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UNILABOR UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’
“Enzo Cervellino”
ANNO ACCADEMICO 2012-2013
Incipit una ricostruzione completa dell’intensa attività sociale e culturale dell’Unilabor nelle sequenze dell’intero anno accademico.
L’UNILABOR ha una sua filosofia fondante nel solco dell’educazione permanente e si configura essenzialmente come cultura dell’incontro, una cultura per conoscere se stessi e per aprirsi all’altro in un confronto di idee, valori, esperienze.
Obiettivo primario è promuovere una più forte relazione amicale tra tutte le energie culturali territoriali, ricche di memorie, valori, storia e cultura per creare una rete di confronto di esperienze e di interscambiabilità.
Per questo abbiamo creato un nuovo spazio di convergenza culturale nella casa di “Giustino Fortunato” ed, in appuntamenti mensili, abbiamo rinnovato lo slancio della comunicazione circolare con testimonianze di esperienze di vita e di lavoro per la crescita della comunità.
Intensa è stata l’attività corsuale, curata dalla Preside Maria Luigia Bozza, che si è intensificata con una varietà di corsi:
-dall’ambito linguistico dell’Inglese e Francese secondo vari livelli,
-all’ambito dell’Arte con corsi di Critica Cinematografica e Pratica Pittorica,
-all’ambito Sociologico e Psicologico ed Informatico con vari livelli e Foto shop,
-all’ambito agrario con i corsi di Viticoltura, Potatura, Giardinaggio, Erboristeria, Micologia.
La Presidente Pina Cervellino nella prolusione dell’anno accademico delinea
Il primo incontro si è svolto il 15 novembre 2012 ore 17:00 sul tema:
“Vivere e Morire: tra etica e scienza”
La Vicepresidente dell’Unilabor, Antonia Flaminia Chiari, ha approfondito la duplice prospettiva esistenziale, la visione del senso della vita e della morte secondo il modello antropologico cristiano e la prospettiva laica della qualità della vita.
La portata etica e filosofica si è ampliata ad un excursus di vasto respiro: dall’ermeneutica e dall’esegesi biblica alle teorie etiche contemporanee, al modello razionalista scientifico nelle sue manipolazioni genetiche. Nella società odierna, in cui alcuni giovani navigano nel mare dell’incertezza e del disorientamento ideologico, nell’inquietudine del nostro tempo, la prof.ssa Chiari ha veicolato valori che sostanziano il senso della vita, la ricerca kantiana del cielo stellato sopra di noi e della legge morale dentro di noi.
Vivo è stato il dibattito tra i numerosi partecipanti sul terreno di un problematicismo che investe le radici della vita.
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Focus del secondo incontro, che si è tenuto l’11 dicembre 2012, è stata la viva, stimolante riflessione della prof.ssa Masiello Rinaldi Carolina sul tema attuale:
“La filosofia e la tecnica del marketing”
La riflessione ha avuto una matrice concettuale filosofica, che non si è limitata alla ricerca delle tecniche più suadenti del marketing. La filosofia del marketing è scaturita da un’attenta analisi del mercato, dall’individuazione di un piano di pianificazione, di razionalizzazione che coinvolge tutti gli attori, mirando alla creazione di un valore.
Il marketing ha assunto nella condivisione degli obiettivi la configurazione di un management partecipato, un imperativo collettivo che accentua il senso della responsabilità individuale e collettiva.
Intensa e sentita è stata la partecipazione del nutrito pubblico al tema particolarmente attuale.
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Il terzo incontro, che si è tenuto il 15 gennaio 2013, ha avuto come oggetto un tema interessante e particolarmente attuale:
“Nuova normativa in materia di reati contro la P.A.”
Relatore l’avvocato Dott. Luigi Sasso
In una società in cui è prevalsa l’inerzia del laissez faire, segno di una democrazia malata, come l’inferma dantesca del VI canto del Purgatorio, è importante risocializzare le coscienze al recupero del senso del nomos, della legge nelle sue istituzioni. La pratica della legalità garantisce buona vita, per dirla con le parole di Aristotele, è generatrice di concordia, per dirla con Cicerone e, secondo le parole del più antico legislatore Solone, ridà agli uomini “ordine e senno”, parole di grande attualità. L’ampia relazione si è tradotta in formazione che si misura sul terreno della conoscenza e della cultura, divenendo un valore aggiunto in termini di educazione e rispetto della legalità.
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L’incontro con la prof.ssa Giovanna Bochicchio ha suscitato vivo interesse nel nutrito pubblico per il tema inquietante:
“OLTRE IL MURO”
Emerge da parte della relatrice forte attenzione al recupero reale della persona, attenzione che riflette sensibilità sociale, radicata a valori umanitari.
Apprezzabile è il contributo di idee e di valori che sono emersi nel vivo dibattito, stimolato dalle riflessioni della prof.ssa Giovanna Bochicchio, a cui ha fatto seguito la presentazione da parte di Aldo Marinetti e degli alunni del Liceo Artistico di Rionero di un DVD “OLTRE IL MURO”, denuncia sociale contro il sistema carcerario.
Nell’orizzonte circoscritto, angusto, uniforme che richiama alla mente La Ronda di Van Gogh, si apre la speranza di valicare il muro nel forte auspicio del riconoscimento della dignità di ogni essere umano.
Il 2° DVD, ispirato alla visita ad Auschwitz, è presentato in data 23 aprile 2013 e veicola i valori della libertà, della democrazia contro il fanatismo ideologico, la violenza dell’oppressione, valori che attraverso le immagini si radicano non solo nel sentimento, ma anche nel pensiero, nella ragione, nella coscienza.
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L’incontro è tenuto dal Dott. Nicola Giansanti, esperto dell’INAIL, che ha vivamente apprezzato l’iniziativa, inserendola in un piano programmatico, e la tematica proposta:
“Cultura della sicurezza nella quotidianità,
stile di vita individuale e collettivo”
L’incontro particolarmente partecipato ha evidenziato la responsabilità individuale e collettiva poiché la sicurezza è un obbligo, una sorta di imperativo kantiano, imperativo che si fonda sul nesso sicurezza-responsabilità.
Con una comunicazione chiara, coerente, consequenziale, sorretta da uno statuto di scientificità, muovendo dalle situazioni quotidiane, dalle contingenze, il relatore ha svolto attività di informazione e formazione, promuovendo la cultura della sicurezza, come modus vivendi, habitus esistenziale, stile comportamentale all’insegna della sicurezza individuale e collettiva.
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L’UNILABOR di concerto con il Presidente Mauro Sasso condivide l’iniziativa del Centro Anziani di premiazione degli over 80, meritevoli per l’impegno nella comunità vulturina, un’iniziativa commovente che ha rinnovato la gioia di vivere anche in età avanzata.
La Presidente Giuseppina Cervellino ha suscitato il sorriso dei presenti, cantando la vecchiaia attraverso le voci di autorevoli personaggi. Solone al poeta Mimnermo, che esprimeva il desiderio di morire a 60 anni, risponde che la vecchiaia ha le sue piccole gioie e deve essere vissuta. Lo stesso Cicerone, nel suo trattato De Senectute, canta la saggezza, la misura, l’equilibrio, qualità che emergono proprio quando avanza il decadimento fisico, svuotando l‘individuo di energia.
La Presidente invita, con il Presidente Sasso, i numerosi presenti a vivere con serenità quando la vecchiaia si avvicina con le sue ali fragili e bianche.
La premiazione di anziani, distintisi nella cittadina di Rionero, ha creato un’atmosfera ricca di emozioni e si è tradotta nel forte augurio a saper vivere la felicità che non ha età, né tempo ed è racchiusa nelle piccole cose.
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Particolarmente interessante l’incontro di storia contemporanea sul tema:
La primavera araba e le sue implicazioni sullo scenario internazionale
Una giovane, esperta in relazioni internazionali, Dott.ssa Antonella Musto, ha riproposto il concetto di “historia iuxta propria principia” e nelle sue “res gestas”, e nella sua prospettiva globalizzante al di là dei paradigmi storiografici, dei criteri interpretativi di Taine, Block, Croce, Maier etc. Ella ha evidenziato con ampia analisi l’attuale contesto internazionale, lacerato dall’instabilità, dal vento della ribellione, della rivoluzione che ha assunto il termine di Primavera araba, rivoluzione che è esplosa in “furor” bellico contro il regime, come si evince dalle metafore: i giorni della rivolta o della rabbia o ancora la rivoluzione dei gelsomini.
Articolata è la disamina sulle profonde matrici sociali: l’atavica miseria, lo spettro imperante della fame, la denuncia della corruzione, la violazione dei diritti.
Storie di libertà e repressione, storie di liberazione dalla tirannide, dalla Tunisia all’Egitto alla Siria, alla Libia, da Bengasi a Tripoli, culminanti nella fine delle dittature che hanno segnato l’avvento del riformismo.
Merito della Dott.ssa Musto è aver individuato nelle angolazioni socio-politiche, economiche, religiose il processo di cambiamento del sistema che trasforma la geopolitica europea e mondiale.
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L’ultimo incontro si è tenuto il giorno 28 maggio 2013, dopo aver spaziato, come precisa la Presidente Giuseppina Cervellino, per l’intero anno accademico in un varia gamma di ambiti dalla bioetica all’economia, al diritto, alla sanità, alla sociologia, alla storia contemporanea.
In questo incontro si è rinnovato il piacere dell’ars del teatro, offrendo una rappresentazione, pregna di gestualità e di arti performative. Nelle linee di Jerzy Grotowski, Peter Brook, Giorgio Strehler, Eugenio Barba, è privilegiata la rappresentazione teatrale che crea una relazione tra attore-spettatore. La relazione, che è stata la filosofia dei vari appuntamenti mensili che si sono susseguiti per un anno accademico, diventa primaria nella rappresentazione scenica che, nella sua breve o lunga durata, rinnova la compartecipazione del pubblico presente ad uno spettacolo vivente.
Coinvolgente è stato il piacere estetico, scaturito dal gusto teatrale dell’artista Arcangelo Covella, apprezzato con il Gruppo 8 anche a livello internazionale che, evocando Aristofane, Karl Valentin, Campanile, ha creato una rappresentazione teatrale che ogni volta rinasce e rivive nel gioco della finzione scenica.
Lo spazio in verità è desueto, non è un palcoscenico, ma è il Palazzo Fortunato, locus dei nostri incontri, in cui ha preso forma la fiction scenica nella comunicazione verbale, spazio fisico, che per l’artista, in particolar modo, diventa spazio dell’immaginazione, che Vladimir Toporov definisce mitopoietico. Il luogo mentale è fonte di evocazione e può assumere confini, dimensioni di spazio circoscritto o sconfinato che l’attore ha creato, suscitando le grandi emozioni e suggestioni che hanno il sapore di eterno presente.
A conclusione dell’anno accademico l’Unilabor, nelle componenti del Direttivo e dell’assemblea dei soci, ritiene il bilancio particolarmente positivo per la ricca gamma di esperienze formative e la viva attività corsuale.
Nella consapevolezza della rispondenza ai bisogni del territorio si riconferma in maniera unanime la volontà propositiva a perseguire le attività all’insegna della continuità per l’interesse e la partecipazione, suscitati dalla conoscenza e dal confronto culturale.
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UNILABOR UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’
“Enzo Cervellino”
ANNO ACCADEMICO 2013-2014
L’intensa attività dell’anno 2013/14 si propone di coniugare varie e diverse manifestazioni: scienza, natura, arte, storia, teatro, prosa, cinema all’insegna di alcuni filoni prioritari:
1. La coscienza critica nell’era della tecnologia;
2. L’attenzione e la difesa del nostro Patrimonio naturalistico e dell’Ambiente all’insegna della Legalità;
3. La Donna nella tradizione e nella scrittura;
4. Il Teatro nella gamma delle sue espressioni dall’opera classica al balletto, al teatro in prosa, alla cinematografia.
Focus dell’incontro tenuto da Nina Chiari, Presidente dell’UCIIM di Rionero, è il tema:
La coscienza critica nell’era tecnologica
che suscita interrogativi, non scaturiti da una semplice curiositas, ma da una tensione conoscitiva che aspira ad acquisire consapevolezza critica.
Il trinomio tecnologia-modernità-informazione mediale crea gradualmente la società globalizzante, massificata, impersonale con un non adeguato livello di consapevolezza.
Le norme e le gerarchie di vita si sgretolano e sono emersi modelli adattivi di aggressività, chiusura, apatia; tutti hanno mille cose e qualcuno può anche dimenticare il figlio in macchina.
La consapevolezza critica diventa un imperativo categorico in particolar modo nell’era della tecnologia ed in uno scenario in cui l’applicazione tecnologica rivoluziona i modelli del passato.
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Il secondo tema è importante, significativo, di notevole interesse per la stretta rispondenza al vissuto territoriale:
“L’HABITAT NATURALISTICO DEL VULTURE,
PATRIMONIO DA SALVAGUARDARE
NELLA PROIEZIONE DI UNO SVILUPPO PRESENTE E FUTURO”
Il tema, proposto il 13 dicembre 2013, ha toccato la sensibilità della comunità, interpretando la prospettiva di proiezione verso lo sviluppo del Parco del Vulture.
Con la passione ed il rigore scientifico a lui connaturati, il Dott. Renato Spicciarelli ha aperto gli orizzonti del contesto naturale che diviene la storia delle radici dell’identità, patrimonio naturale dai confini suggestivi che si popolano di un meraviglioso parco di specie estinte e non.
Il percorso ha evocato le varie specie nell’obiettivo comune di sensibilizzare, responsabilizzare la comunità, di pubblicizzare e rendere fruibile, non certo per una pubblicazione per gli atlanti di geografia e di storia naturale, ma per trasferire alle generazioni una prospettiva di sviluppo.
In fondo, imperativo urgente è lanciare la sfida perché l’area del Vulture possa rappresentare la svolta per una politica del territorio degna di tal nome.
L’auspicio dell’incontro è stato che le meravigliose specie che il Vulture nasconde nel suo habitat singolare non diventino soltanto percorsi della memoria, ma itinerari educanti da inserire nei circuiti di grande turismo futuro.
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Il 27 dicembre 2013 l’Unilabor con le associazioni operanti sul territorio: Centro Italiano Femminile, Centro Anziani, Fidapa ha offerto alla comunità un concerto con la partecipazione di un soprano, interprete di opere liriche per:
Un Natale di speranza ed un domani migliore.
La serata si è conclusa con una conviviale
all’insegna meravigliosa dell’Amicizia.
MAGNA CUM AMICITIA è il nucleo di senso
che emerge, non labile, non transeunte,
né utilitaristico, ma che si amplia e s’intreccia
nei suoi nodi e diviene una forza coesa e salda.
Il nostro Convivium non ha il senso
di banchetto dantesco della cultura,
ma la significazione profonda
dell’agàpe cristiana.
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Particolarmente interessante è stata il 15 gennaio 2014 la ricca relazione
dell’ex Capo Commissario del Corpo Forestale, Dott. Paolo Appiano, sul tema:
“LA LEGALITA’ A SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE”
Il relatore ha offerto il ricco contributo della sua competenza professionale sul tema che ha matrice ideologica e si fonda su rapporto uomo – natura, vissuto con consapevole coscienza ambientalista. Le emergenze ambientali non scaturiscono soltanto dalla proliferazione delle armi nucleari, dall’uso dell’energia nucleare degli anni ’60 e ’70, dalle piogge acide, dal buco nell’ozono, dalla deforestazione, dal cambiamento climatico, dal riscaldamento globale, dalla carenza di risorse energetiche, dallo sviluppo incontrollato di Cina, India, Brasile, ma anche dalla scarsa coscienza di un consumo critico.
Il relatore ha messo in luce la prevalenza di un illegale potere, mafioso, incurante, nei suoi loschi affari ed abnormi guadagni, del Benessere dei cittadini. E’ emersa l’urgenza di uno stile ispirato al rispetto della natura, al valore della vita che richiede una collettiva salvaguardia della produzione agricola biologica, una gestione energetica con fonti alternative rinnovabili ed una politica legale dei rifiuti tossici.
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Parallelamente con particolare apertura alle varie, significative manifestazioni culturali l’Università ha focalizzato il tema:
IL TEATRO NELLA GAMMA DELLE SUE ESPRESSIONI
L’UNILABOR in primis ha partecipato a due spettacoli di grande rilevanza: il primo a Bari, il 24/10/2013, presso il teatro Petruzzelli per gustare e comprendere la bellezza del balletto:
“LO SCHIACCIANOCI”
di Cajkovskij
mirabile balletto di San Pietroburgo, leggiadro spettacolo scenografico.
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L’UNILABOR ha partecipato, il 26 gennaio, presso il Teatro Verdi di Salerno, ad un felice spettacolo in prosa dal titolo significativo:
“LA SCENA”
di Comencini, felicemente interpretato da Angela Finocchiaro e Maria A.Monti.
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Coerente con il tema del teatro, l’Università ha collaborato con le associazioni operanti sul territorio, ed in particolar modo con il club CINESICA ad una rassegna cinematografica, significativa, dal titolo emblematico:
“LE STAGIONI della VITA”
di Ingrid Bergman, eminente personalità del teatro contemporaneo.
In una città carente di sale cinematografiche, l’Unilabor ha offerto, il 20 febbraio 2014, nella persona della Presidente Giuseppina Cervellino il suo apporto culturale, con la viva partecipazione dei soci.
Nella presentazione di MONICA IL DESIDERIO emerge la giovinezza nella fuga dalla realtà in un’isola incantevole, sospesa dal reale.
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Il 14 marzo 2014, in concomitanza con la festa della donna, l’Unilabor nella
persona della Presidente Giuseppina Cervellino ha presentato il testo:
“HO AMATO SIMONE DE BEUVOIR”
di Annamaria Riviello
Il testo intreccia la macrostoria con la microstoria, evidenziando in primis la la determinatezza, l’impegno attivo, forte, consapevole della donna di oggi che che trascende l’immobilismo della tradizione per vivere con pienezza il suo status di donna libera, consapevole delle sue scelte.
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L’ UNILABOR con l’UCIIM ha partecipato con la presenza attiva dei soci e della Presidente il 20 marzo 2014 alla presentazione del film:
“IL POSTO DELLE FRAGOLE”
in cui è adombrata l’età avanzata che, nel turbine dei ricordi, ritrova la speranza, poiché nello scrigno del tempo ogni momento è un attimo, un grumo di vita.
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Il tema teatrale è stato ancora approfondito con i soci nell’analisi di un altro film di Ingrid Bergman: “Il Silenzio di DIO”
Il titolo è problematico perché Bergman si interroga sulla trascendenza o l’immanenza della negatività.
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Significativo è l’apporto della Presidente Cervellino dell’Unilabor il 3 aprile 2014 alla presentazione del film: “FANNY ED ALEXANDER”
I giovani protagonisti dalla casa sontuosa, ricca di giochi, di confort vivranno la grigia prigionia della Canonica, una discesa agli inferi in un orizzonte riscattato dall’immaginazione, per dirla con Goethe.
L’apporto dell’Unilabor alla Rassegna ha registrato consensi nella carenza di sale cinematografiche, ma ha confermato senza dubbio nel vuoto dei tempi il credo nel valore inestimabile della cultura.
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Il ciclo di Attività programmate si è concluso il 5 giugno con un Convegno sul tema dell’inquinamento a livello interassociativo.
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L’attività corsuale, che si è svolta nell’anno, è stata ricca, spaziando:
-dai corsi di lingua di vario livello di Inglese e Francese
-ai corsi di Psicologia, di Informatica di vario livello ed innovazione virtuale di Photoshop
-ai corsi di Viticoltura, Potatura, Giardinaggio, Erboristeria, Micologia
La larga presenza di 85 iscritti a potatura ha confermato la validità dei corsi, la concretezza formativa e la rispondenza alle esigenze territoriali ed anche all’innovazione nella proiezione verso il mondo virtuale.
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Il 6 giugno l’UNILABOR, con l’UCIIM, conclude la sua attività con la visita al
MUSEO DI STORIA NATURALE DEL VULTURE
Il suggestivo percorso si svolge a Monticchio all’insegna della continuità culturale e della diretta conoscenza del ricco Habitat naturalistico del Vulture, patrimonio da salvaguardare per la sua singolarità e ricchezza.
Il Museo naturalistico del Vulture apre le porte alla nostra curiositas, per gustare con pienezza, in una meravigliosa full immersion, la bellezza dei reperti naturalistici con la dotta, appassionata guida del Dott. Renato Spicciarelli, Prof. dell’UNIBAS di Basilicata, ideatore del Museo.
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Siamo all’epilogo di un anno, ricco di esperienze, di incontri, di vissuti, che ha ampliato gli orizzonti, tessendo una viva rete relazionale con l’UCIIM di Roma, con il Dipartimento di Agraria e di Lingue dell’Università di Basilicata, l’ASL di Potenza ed il CROB di Rionero. Significativa è stata l’apertura alle più valide collaborazioni esterne per realizzare iniziative rilevanti di forte spessore socio-culturale.
Nella conviviale, tenutasi presso il suggestivo, storico Convento dei Cappucini di Barile, abbiamo rinnovato il piacere del vivere all’insegna di un legame forte, reciproco. Credo che il più significativo, ambito traguardo consista nella relazione autentica ed, in fondo, nella riscoperta del piacere oraziano di coniugare l’utile con il piacere ,“MISCERE UTILE DULCI”.
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UNILABOR UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’
“Enzo Cervellino”
ANNO ACCADEMICO 2014-2015
Nell’anno accademico 2014-15 l’Università delle tre età registra un bilancio che appare di innegabile positività sia per il numero degli iscritti e partecipanti sia per la gamma di iniziative coerenti con la sua matrice culturale e sociale.
Certo, la difficoltà dei tempi e la scarsità delle risorse ridimensionano a volte la portata dei nostri progetti, ma non si è spenta la volontà e la tensione di continuare a dare vita, pur nella scarsità delle risorse, ad un’intensa attività programmatica ed a realizzare iniziative rilevanti e significative.
L’Università ha accentuato il carattere pragmatico di servizio sociale, offrendo risposte concrete ad esigenze di formazione, stipulando un Protocollo di Intesa con la Facoltà di Lingue dell’Università di Basilicata per consentire agli iscritti una certificazione internazionale in inglese Cambridge, in francese Alliance, in spagnolo Cervantes, in tedesco Goethe.
Il nostro impegno si è intensificato con le Istituzioni Pubbliche con:
– Dipartimento di Agraria Unibas, Prof.ssa Paola D’Antonio, ordinaria UNIBAS
– ASL di Potenza per il conseguimento del patentino in micologia
– UCIIM di Rionero sezione di Roma, ente accreditato di formazione
– Associazioni operanti nel territorio, in particolar modo Cinetica
– Delegazione lucana Pizza verace napoletana che ha favorito già dallo scorso anno l’inserimento di alcuni giovani nel mondo del lavoro.
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L’Anno Accademico ha il suo incipit all’insegna dell’apertura alle varie, diverse problematiche.
La conversazione culturale, che ha una matrice filosofica, assume particolare significatività, lontana da ogni forma accademica, nell’efficacia ed incisività di una comunicazione verbale e multimediale, viva ed immediata.
Il tema è ambizioso, sentito nel panorama odierno della crisi valoriale, sociale e politica. L’Università delle tre età, di concerto con l’UCIIM, offre al pubblico dibattito il tema sulla filosofia contemporanea, tenuto dalla Prof.ssa Ciampa che con rigore e passione a lei connaturate, muovendo dalla filosofia di Aristotele e Kant, ha aperto gli orizzonti della filosofia contemporanea da Jonas ad Arendt all’insegna della riproposizione dell’etica della responsabilità.
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Un nuovo appuntamento all’insegna della tradizione culturale, della conoscenza storica, del culto delle res antiquae.
L’incontro si caratterizza per la significante, rilevante ricostruzione di un Locus territoriale, che racchiude la storia di Rionero in Vulture da Casale di Atella a Comune autonomo. Il Prof. Leo Vitale, attento e rigoroso studioso, ricostruisce la storia di un caratteristico edificio, di recente restaurato, felice connubio architettonico e culturale, e spazia dalle origini, individuandone le trasformazioni di usi e la diversa funzione.
Vivo, coinvolgente è il dibattito, scaturito dalla disamina della storia locale.
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Il nuovo anno si apre con un incontro di particolare rilevanza e di urgente attualità sul tema:
“ORIENTE ED OCCIDENTE NELLE AREE DI CRITICITA”
L’incipit significativo riflette l’inquietante scenario dei nostri tempi, denso di ombre per la spirale della violenza terroristica che, purtroppo, travolge, scardina l’ecumenismo della pace.
La giovane esperta Antonella Musto, di cui abbiamo apprezzato in passato lo spessore culturale, offre un’articolata, vivida documentazione sul difficile rapporto tra oriente ed occidente, suscitando uno stimolante dibattito nel nutrito pubblico presente, particolarmente partecipe e coinvolto per l’urgente problematica contemporanea.
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L’UNILABOR è presente il 20 Marzo 2015 alla Commemorazione del Preside
Enzo Cervellino, tra i Padri Fondatori dell’Università, a lui intestata.
Uno scorcio dell’atrio che nella sua interezza offre ricca testimonianza delle varie collezioni di E. Cervellino dal XVI al XX secolo (dalle esperienze biografiche espresse nel corpus di massime latine, all’istituzione delle scuole, alla storia politica e culturale, alla carte geografiche, alle tradizioni lucane folcloriche, alle monete, alla collezione sacra, alla storia risorgimentale).
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La relazione della Prof.ssa Paola D’Antonio non solo ha offerto un ricco excursus storico artistico che ha affascinato i presenti per l’intrinseca bellezza delle immagini, ma ha educato a riscoprire il valore della natura come humus fertile per operare e costruire un nuovo tessuto connettivo di crescita e di sviluppo.
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L’Anno Accademico si conclude con un incontro rilevante per la prestigiosa autorevole presenza del Direttore Generale dell’IRCCS-CROB di Rionero, Dott. Giuseppe Cugno. Forte è il coinvolgimento del nutrito pubblico per la relazione programmatica del Dott. Cugno che apre nuovi scenari della medicina oncologica, tecnologicamente più avanzata, ma sempre ispirata alla “cura” della persona nella sua essenza di uomo.
L’incontro conclude il ciclo delle attività presso il Palazzo Fortunato e segna
l’epilogo di un anno vivo per il suo spessore culturale.
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UNILABOR, UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’
ANNO ACCADEMICO 2015-16
L’Anno Accademico si apre con l’inaugurazione, il 13 Ottobre 2015, e nutrita è la partecipazione della comunità vulturina all’evento programmatico, aperto alle più valide collaborazioni territoriali.
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Nel mese di settembre, nel giorno 7 dell’anno 2015, in data antecedente all’inaugurazione dell’Anno Accademico, l’Unilabor partecipa su invito dell’IRCCS-CROB, Regione di Basilicata, Comune di Rionero in V., alla Cerimonia di Intestazione dell’ “Auditorium” del CROB ad Enzo Cervellino che, negli anni 1967/69 dell’Amministrazione Cervellino, con delibera n. 41 del 4/07/1967 del Consiglio comunale, aveva approvato il Progetto del 1° lotto “Ospedale” e nella delibera n.9 del 22/1/69 l’assunzione del mutuo di L.900 milioni, ottenendo dal Ministero dei L.L.P.P. l’erogazione per il primo lotto da 300 a 900 milioni. La prima concreta costruzione dell’Ospedale si deve all’Amministrazione Cervellino, il quale sempre fortemente sostenne non l’Ospedale di zona, ma un Polo specialistico che è oggi il CROB.
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La presentazione del Libro di Cristina di Lagopesole
“Santa Teresa di Gesù”
ha riscoperto l’intensità mistica, l’afflato religioso di Cristina di Lagopesole ed ha creato nei tanti partecipanti suggestioni e riflessioni di profondo respiro etico e culturale.
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L’UNILABOR partecipa il 14 dicembre 2015 nel teatro San Carlo di Napoli alla rappresentazione dell’opera di Bizet:
“CARMEN”
simbiosi di epos e pathos, di virtuosismo musicale e spettacolarità scenografica.
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In occasione del Natale festosa è la Conviviale UNILABOR – CIF – FIDAPA alla insegna dell’amicizia e nell’augurio di più viva attenzione alle emergenze del territorio per lo sviluppo delle Comunità del Vulture.
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L’Unilabor con i soci collabora con CINECLUB DE SICA di Rionero ad un ciclo di proiezioni su Pasolini:
La Presidente Giuseppina Cervellino relaziona sul film di Pasolini “Teorema” che apre nuovi campi all’approfondimento dello scrittore e regista friulano. Il film riflette la coscienza di processi regressivi della civiltà, l’inadeguatezza del vivere, la consapevolezza di disfacimento di tipo moraviano, l’abissale dispersione di protagonisti ripiegati nel vuoto di pseudo-valori. La dimensione storica non è circostanziata, né consequenziale la successione cronologica. Un protagonista misterioso, l’ospite, appare con caratteri di angelicità e sacralità, ma attraverso l’amore carnale con vari personaggi crea in loro perdita di identità riscoprendo solitudine, impotenza.
E’ un’umanità fatiscente, che annega nel pansessualismo di Moravia, un’umanità degenere, che alla partenza dell’ospite è vittima del Taedium vitae, della Senilità di Svevo, umanità che vive nel circolo vizioso dell’accidia, senza le tensioni interiori dei personaggi di Dostoevskij e sente l’avvizzimento, il brucato patir di Quasimodo, l’alienazione dell’alienante. Appena l’ospite va via, alcuni protagonisti corrono verso la morte e l’annientamento di se stessi: Paolo suggella la sua vita con atti sconci, Odette annega nella disintegrazione di sé, la madre cede alla passione con stanchezza languida. Il padre, pater familias, borghese per eccellenza, vive un’illuminazione tolstojana, percorre la strada dell’identità, cede la fabbrica agli operai perché la società purtroppo non si preoccupa di conservare, ma di produrre e consumare. Egli richiama il pirandelliano Vitangelo Moscarda di Uno, nessuno, centomila, che sente l’horror vacui, non si arresta alla pars destruens come Mattia, legato al suo nome, nega il suo nome e cerca una vita sensoria, vivere come una pianta, con gli alberi, le nuvole, il vento, identificandosi in uno dei tanti dell’ospizio di mendicità con berretto, zoccoli e camiciotto turchino. In Teorema il padre, borghese per antonomasia, si denuda nella stazione di Milano e cerca nel deserto la nullificazione di sé ed il suo urlo riecheggia L’urlo di Munch.
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Nel mese di marzo il giorno 12 del 2016 si è svolta la presentazione da parte della Presidente Pina Cervellino dello scrittore socio, Matteo Gallucci::
“BRIGANTI DAL SENSO DI COLPA”
Dall’incontro, caratterizzato da una nutrita presenza di pubblico e dalla partecipazione di varie autorità, emerge la significatività del romanzo che ha coinvolto i partecipanti coniugando il dramma storico e il pathos: il dramma storico permane dalle nebbie del passato, ma dal fondo della coscienza dei briganti, dalla brutalità e violenza del vivere quotidiano affiora un humus di umanità. Il nostro socio scrittore non propone tesi ideologiche, ma si addentra nei meandri della coscienza, scoprendo gli oscuri inquietanti sensi di colpa che animano i briganti. L’incipit del romanzo è metaforico, un inno all’amore pagano che intreccia i fili di un sentimento struggente di eros.
Cattura l’interesse del lettore la ricostruzione, non priva di una substantia storica del processo di Crocco, in cui il presidente del Tribunale gli chiede se egli sia un grande birbante o un grande sventurato, più volte carcerato, respinto dalla reazione e dai liberali. Il dramma di Crocco si profila nella sua interezza in queste e poche scarne parole, dense di amaro umorismo.
La scrittura coinvolge, non sottacendo la full immersion negli abissi della violenza, perpetrata su una donna, vittima della violenza di un padre ubriaco e del marito, un bifolco che le si accoppia come un cane, un maleodorante caprone, un mostro di sevizie che travolge la donna inerme. Filomena Del Prete, pur con il corpo squassato dal dolore, tira fuori dai capelli uno spillone e trapassa la gola dell’immondo mostro e ritorna ad immergerlo, in un impeto di follia, in un urlo spasmodico di vendetta. Non resta che la fuga nella foresta, popolata da briganti.
Il testo coinvolge in un crescendo che ruota intorno a Crocco che con impeto sposa la causa liberale, al servizio del capitano della guardia nazionale Pasquale Corona, con la promessa della libertà ma, tradito dallo stesso Governatore di Basilicata, Giacinto Albini, mosso dal furor di vendetta, si getta nella nuova avventura politica, al seguito di Francesco II, ex re delle due Sicilie, conscio di divenire brigante politico.
Il libro avvince per gli squarci di vita di Crocco, rivissuti con volo pindarico, dalle scorribande brigantesche di gusto anche macabro per la follia omicida di Giovanni Coppa che si nutre del sangue delle vittime in una coppa colma e che paradossalmente si chiama Coppa, alla grigia prigione di Portoferraio di Crocco, chiuso in isolamento per aver difeso un compagno di cella dalle grinfie di un prepotente. L’uomo, sine lege, accusato di 76 omicidi, con afflato poetico canta Filomena, amazzone coraggiosa, leggiadra, dal fascino di una dea indomita e fiera e la bellezza della natura del monte Vulture dal colore diaspro del cielo azzurro.
La scrittura di Donato Gallucci, secondo la Presidente Cervellino, si caratterizza per la sua originalità, raggiunge il climax nel gioco delle antitesi, nel contrasto tra violenza estrema e bellezza naturale, in cui si coniugano il pittore dell’anima ed il pittore della natura. Il romanzo intreccia spaccati di violenza e di pietà in uno scavo psicologico che coglie pieghe recondite, l’amore toccante, l’odio profondo, la vendetta più feroce. La presentazione suscita un vivo dibattito perché Crocco, con i suoi quasi 2000 uomini, domina come uno stratega nelle operazioni militari per fulmineità d’azione, scaltrezza della mente in chiara antitesi all’iniqua teoria del Lombroso che, nel Museo di Torino, la più grande fossa dei briganti, sulla base di un’innocua anomalia trovata nel cranio di un brigante calabrese, aveva fondato la sua iniqua teoria dell’inferiorità meridionale.
L’epigrafica dichiarazione del Generale Lamarmora sul massacro dei 7151 briganti uccisi e fucilati getta un’amara luce che rimanda al romanzo L’eredità della Priora di Alianiello, vincitore del premio Campiello 1963, sceneggiato da Anton Giulio Majano che pone in luce i giochi opportunisti di una politica asservita alle influenze reazionarie borboniche, agli intrighi e ai maneggi dei doppiogiochisti.
Le parole veementi e vibranti di Crocco desunte dalla sua autobiografia, curata dal Capitano Massa, edita nel 1903, confermano la trama disumana di una politica asservita ai giochi potere. Lo scritto di Gallucci in fondo si può ritenere epopea di vinti che non piegano, come nel Verga, il capo sotto il piede brutale dei vincitori, ma esprimono il furor di più giuste rivendicazioni nella convulsa e brutale ribellione.
In fondo, come dirà Carlo Levi in Cristo si è fermato ad Eboli, «il brigantaggio non è che un eccesso di eroica follia e di ferocia disperata, un desiderio di morte e distruzione, senza speranza di vittoria».
Ci siamo soffermati sul testo sia per esprimere il nostro sentito apprezzamento al nostro socio scrittore, sia per discutere in fondo su una pagina viva della nostra storia.
Il testo assume la connotazione di una narrazione scabra, non priva di accenti di humanitas che non può mutare però il giudizio storico sulle efferatezze e sulla ferocia del brigantaggio ma, al tempo stesso, non può cancellare la storicità di ogni evento, piccolo o grande che sia.
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La complessa problematica:
La teoria del Gender nel dibattito culturale odierno
è stata presentata a due voci dalla Prof.ssa Antonia Flaminia Chiari e dal Prof. Angelo Nardozza per il confronto tra posizione cristiana e laica, perché i temi di sesso biologico, identità di genere fossero affrontati in una duplice prospettiva. L’incontro è stato di particolare significatività per il tema di urgente attualità, ma anche per la partecipazione di due qualificate e robuste personalità che hanno approfondito la portata concettuale della tematica secondo una duplice prospettiva ideologica.
Particolarmente vivo il dibattito non solo per la presenza di tanti soci, ma anche di un nutrito pubblico, coinvolto nell’appassionato confronto di convincimenti antitetici.
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Il 19 Maggio 2016 si è svolto l’incontro singolare tra Unilabor, Università delle tre “Enzo Cervellino” ed il Centro Annali per la Storia Sociale della Basilicata “Nino Calice” sul tema:
“PITTORI LUCANI DELL’OTTOCENTO”
L’incontro ha assunto una sua specifica rilevanza, espressione della profonda convergenza tra l’Unilabor “Enzo Cervellino” ed il Centro Annali “Nino Calice”, due uomini che, nella diversa connotazione ideologica, sono stati accomunati dalla profonda tensione culturale finalizzata all’autentica crescita del Vulture.
La Presidente Cervellino evidenzia la sintonia di intenti con il Centro Annali e la Casa Editrice Calice che svolge un’azione apprezzabile, capillare di ricerca storica, sul terreno del rigore scientifico, metro primario di promozione e divulgazione, che trascende i limiti temporali dell’oggi.
La Presidente Maria Carmela Calice, confermando l’esigenza dell’unitarietà della cultura, pone in rilievo le linee di indirizzo coerenti con la storia sociale del Mezzogiorno e la produzione su vasta scala per dare senso ad un’operazione di decollo culturale del territorio.
La relatrice, Dott.ssa Palmarosa Fuccella, del Centro Annali ha suscitato un largo consenso di pubblico ed un unanime apprezzamento per la ricca presentazione di tre artisti lucani:
Vincenzo Marinelli, Michele Tedesco, Giacomo De Chirico
Indimenticabile è il fascino della coinvolgente significativa esperienza, per la singolare professionalità della Prof.ssa Fuccella, che coniuga amore per l’arte e competenza eccezionale, offrendo al nutrito pubblico uno spaccato pittorico di grande significatività e di forte spessore culturale.
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Il 28 Maggio l’UNILABOR, con il patrocinio del Comune, promuove un evento rilevante, mirato alla fruizione di un inestimabile patrimonio culturale:
I cinquanta Capolavori della Collezione Grieco
con la presenza di Cristina Sperken, Docente dell’Università di Bari, e di Raffaele Nigro, rilevante scrittore, che hanno presentato al nutrito pubblico il pregevole Corpus artistico-culturale di Luigi Grieco, mirabile scrigno di 50 capolavori di arte, dai macchiaioli toscani agli artisti veneti e napoletani dell’Ottocento ai grandi artisti del primo Novecento: Giuseppe Pellizza da Volpedo, Carlo Carrà, Lorenzo Viani, Giorgio Morandi, Felice Casorati, Giorgio De Chirico.
Particolarmente interessante è stata la revisitatio della collezione Grieco per il fascino cromatico, la pittura di macchia con effetti plastici di luce, con pennellate dense, materiche ed un raffinato tonalismo.
La Presidente D.S. Giuseppina Cervellino sottolinea la singolarità della collezione Grieco, scrigno di arte e cultura, che s’ispira al positivismo nella rappresentazione di un’arte, priva di finalità intrinseche, di significati riposti dove emergono lo spazio, la profondità, le tonalità cromatiche, espressione visiva realistica dell’artista. L’apporto competente e rigoroso della Dott.ssa Sperken dell’Università di Bari ha offerto una vasta disamina dei 28 quadri paesaggistici da San Prugnano, denso di atmosfera e di luce, di Silvestro Lega, ai Barconi in laguna, pregevole per nitidezza e limpidezza di Guglielmo Ciardi, a Le Case nel Bosco dalle pennellate intense di Carlo Carrà, al Paesaggio malinconico vibrante di Giorgio Morandi, al Paesaggio Apuano dal linguaggio cubofuturista di Lorenzo Viani, al paesaggio marino Cavalli dal cromatismo intenso di Giorgio De Chirico.
L’analisi della Sperken si amplia ai 15 quadri di figura: dalla Passeggiata sotto la pioggia di donne simili a graziose damine, seppur a piedi nudi, alle leggiadre Donne sulla terrazza di Banti, al quadro La lettura dal fascino cromatico del verde di Silvestro Lega, alle opere Donna che cuce e Ritratto della figlia Emma di profondo intimismo di Gioacchino Toma.
La Dott.ssa Sperken e lo scrittore Raffaele Nigro, che evoca particolari biografici, hanno consentito di spaziare nell’orizzonte artistico temporale dal secondo Ottocento ai primi del Novecento, un orizzonte che ha il fascino di un eterno presente, il fascino sublime dell’arte.
Il Sindaco della città di Rionero, Dott. Antonio Placido, ha sottolineato le varie difficoltà oggettive del post-terremoto della città di Rionero che nel 1986 non ha potuto acquisire l’ingente patrimonio, professando in primis il suo particolare riconoscimento ed apprezzamento per la singolare collezione.
Il Dott. Rubino Grieco ricostruisce in maniera mirabile la biografia dello zio, il suo impegno civile di Vicepresidente dell’Associazione dell’Instituenda Scuola Media di Rionero nel 1945 ed il suo singolare culto dell’arte, di cui sono segno tangibile i cinquanta capolavori. Egli ricorda il forte desiderio dello zio di lasciare in dono alla città di Rionero il ricco Corpus pittorico ed artistico, che impreziosisce attualmente la Biblioteca “Corrado Giaquinto” di Bari.
Una cerimonia meravigliosa all’insegna dell’arte nel suo valore supremo ed eterno e del culto della memoria per uomini che hanno lasciato una significativa orma di sé per la generosità, l’impegno civile e professionale.
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ATTIVITA’ CORSUALE
La varietà dei corsi nell’anno accademico 2015-16 ha spaziato:
-dall’ambito linguistico, aperto alle conoscenze di vario livello,
all’ambito della tradizione, con i corsi di
dove la conoscenza, tradotta in prassi, ha rivitalizzato i campi di
intervento teorico e pratico con tecniche più avanzate e produttive.
L’Università ha avvertito l’attrazione verso l’innovazione ed il mondo
virtuale:
Le presenze sono state più ridotte rispetto agli anni precedenti, segno tangibile della crisi dei tempi.
I corsi che hanno registrato una maggiore frequentazione sono:
–i corsi di inglese, di vario livello e di psicologia, finalizzati a promuovere autostima nei partecipanti;
–il corso di Pizzaiolo con la nutrita presenza di giovani ed adulti presso la pizzeria Fandango di Scalera ai fini dell’acquisizione dell’attestato di “Pizza verace napoletana”;
–il corso di cucina creativa di alto livello presso il Borgo Villa Maria di Monticchio;
–il corso di sartoria che ha suscitato vivo e concreto interesse, avendo fornito gli strumenti per la realizzazione di piccole opere di sartoria, segno tangibile di reale soddisfazione delle partecipanti.
La validità dei corsi conferma la concretezza formativa, la reale rispondenza alle esigenze territoriali. La partecipazione delle varie fasce generazionali è il segno di efficacia operativa, determinata anche dalla prestazione qualificata di docenti con un adeguato curriculum che è garanzia della validità formativa.
ESPERIENZE SIGNIFICATIVE DI EVENTI CULTURALI
18-12-2014 Editio teatrale spettacolare
CARMEN di Bizet TEATRO SAN CARLO – NAPOLI
10/10/2015 VIAGGIO AMALFI Cattedrale
RAVELLO – VILLA RUFOLO
24/06/2016 Osservatorio Astronomico di Castelgrande
L’anno accademico, intenso e ricco di eventi, si conclude con la felice parentesi di Castelgrande, la visita all’Osservatorio Astronomico e la full immersion nella immensità celeste, spaziando, come direbbe lo scrittore medievale Isidoro di Siviglia, nell’infinità:
“INTER SIDERA ET ASTRA”
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UNILABOR UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’
ANNO ACCADEMICO 2016-2017
L’incipit dell’anno è stato bellissimo con la visita il 24 settembre 2016 alla Pinacoteca Giaquinto di Bari per ammirare de visu la collezione di 50 capolavori di Luigi Grieco, la quale era stata, nel mese di maggio, oggetto di un pregevole Convegno, promosso dalla nostra Università con la presenza della Dott.ssa Christine Sperken dell’Università di Bari e dello scrittore Raffaele Nigro. La visita, curata personalmente dalla Direttrice della Pinacoteca, per manifestare il suo tributo di riconoscenza al Dott. Rubino Grieco, nipote di Luigi, Vicepresidente della nostra Università, è stata entusiasmante, muovendo dai 24 pezzi di pittura macchiaiola nella molteplicità e varietà di espressioni ed ampliando la prospettiva pittorica al primo Novecento con Pellizza da Volpedo, Morandi, Casorati, Carrà, Spadini, Campigli, De Chirico.
Ancora viva, densa di realismo, resta in noi l’immagine del capolavoro di Giovanni Fattori, la poderosa cavalcata del Ritorno della cavalleria, con l’incedere dei cavalli i cui zoccoli sembrano sfiorare il suolo.
Si susseguono vibranti tanti paesaggi, dal paesaggio limpido per il cromatismo chiaro del verde in Contadina senese che fa l’erba di Fattori, al paesaggio di San Prugnano di Silvestro Lega, denso di atmosfera e di luce nella ricca gamma di colori verdi, al quadro paesaggistico Barconi in laguna di Guglielmo Ciardi, pregevole per nitidezza e purezza di particolari, al quadro Via a Volpedo di Giuseppe Pelizza da Volpedo, che suscita il senso di stasi temporale nella calura estiva. Il paesaggio, leitmotiv presente in 28 quadri della collezione Grieco, ritorna ad altissimo livello nel quadro Le case nel bosco di Carlo Carrà, dalle pennellate dense, pregne di intensità e plasticità, nel Paesaggio apuano di Lorenzo Viani, di dimensioni rilevanti, rappresentazione dell’abitato in forme geometriche con un linguaggio cubo-futurista, nel Paesaggio malinconico di Morandi dai toni cupi, vibranti del dramma della guerra con la composizione di case a piani paralleli nel contrasto di luce ed ombra. Singolare è il paesaggio marino di Giorgio de Chirico, con elementi classici di rocchi di colonna sparsi e due cavalli, uno bianco ed uno nero, con criniere e code fantastiche, dai riflessi bianchi e pennellate rapide, due cavalli vibranti di straordinaria possanza fisica.
Un breve, ma ricco viaggio conclusosi nell’incantevole Polignano a mare.
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Il 20 ottobre si è aperto l’anno accademico 2016 con una spettacolare coreografia degli studenti del Liceo Classico, che hanno espresso il senso della nostra Università attraverso l’interpretazione suggestiva di massime greche e latine, a cura della Prof.ssa Masiello, con l’apporto nelle danze e nella costumistica delle Prof.sse d’Angelo e Mortella.
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Il 24 novembre 2016 si è svolto l’incontro con l’artista lucano, Antonio Masini, pittore, scultore, grafico, che ha trovato ampi consensi dall’Europa al Brasile, all’Australia, agli Usa, al Giappone.
La presenza di Masini ha catturato il pubblico per la pittura che ricerca la corporeità nella scomposizione delle forme, una radice, una roccia, un corpo con intenso cromatismo e poi spiega le vele verso un immaginario figurativo asimmetrico, come emerge dalla testa di cavallo che rappresenta l’incontro con Fidia, stele scolpita, presente nel palazzo “Fortunato” di Rionero.
Mi è gradito presentare la scultura di Rosita Melo, artista internazionale, nata da genitori rioneresi, scultura donata nel 2013 dalla Regione Basilicata a Montevideo, citta natale dell’artista, il cui nome originario era Clotilde Mele, in arte Rosita Melo.
Vivo è stato l’entusiasmo del nutrito pubblico, catturato dalla bellezza artistica, dalla profondità corporea delle forme scomposte, dalle immagini asimmetriche e dalla ricchezza dell’attività dell’artista Antonio MASINI, pittore, scultore, incisore.
Desideriamo offrire alla vostra attenzione la scultura di Rosita Melo, segno vivo, tangibile del connubio tra storia e simbolismo.
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Particolarmente interessante la relazione dell’Ispettore Antonio Pinto sulla Legge 105, definita la Buona Scuola, nelle sue ombre e luci, riflessione che ha suscitato il vivo coinvolgimento di numerosi presenti, tra cui Dirigenti, impegnati sul versante scolastico.
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TEATRO PETRUZZELLI BARI
15 DICEMBRE 2016
LA VEDOVA ALLEGRA DI LEHAR
Nel mese di dicembre, il giorno 15 del 2016, abbiamo gustato presso il Petruzzelli di Bari La vedova allegra di Lehar, operetta particolarmente piacevole per il vibrante ritmo musicale, la bellezza scenica e la spettacolarità delle danze.
L’opera originale del compositore tedesco ottiene largo successo a Vienna con 400 rappresentazioni. La trama è un intreccio amoroso: Anna, la protagonista brillante, la vedova allegra, è alla conquista di un marito, ma l’esile trama si arricchisce di toni leggeri, di ritmi sinuosi, di un gusto sensuale, intrecciandosi con un’altra storia di amore in cui Anna sarà coinvolta, come nella commedia Menaechmi di Plauto.
Ilare è l’intreccio che culmina in un ritrovato rapporto amoroso ed in un epilogo brioso nel ritmo scenico e nel gusto musicale che ha vivamente coinvolto i tanti soci, felicemente partecipi e aperti alla condivisione.
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Nel mese di gennaio, il 14 del 2017, Unilabor ha presentato il testo di Beppe Cugno, L’alchimia dell’inganno, un singolare spaccato che coniuga una precisa ambientazione, l’ospedale di Potenza, ed il genere poliziesco, che si dirama dall’improvvisa morte dell’avvenente farmacista del nosocomio.
Un libro non privo di forza caustica e di sottile vis comica.
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Il 16 febbraio del 2017 abbiamo gustato lo spaccato teatrale di Mattia di Pierro:
“Pan, San Michele ed il gigante addormentato”
La storia di un viaggio, di una ricerca
di un luogo da chiamare “casa”,
la storia di dei antichi
che si sfidano per il dominio
sulla terra e sugli uomini,
nonché di un uomo
che con la forza della fede
darà inizio a una nuova Era.
Tante storie, un solo racconto,
il racconto di una terra misteriosa
che oggi conosciamo
come Basilicata.
Mattia di Pierro
La rappresentazione di Mattia Di Pierro ha avvinto il nutrito pubblico presente per la profonda matrice culturale, la singolarità interpretativa, l’alta performance e l’intensità del registro artistico.
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Il 27 febbraio 2017 l’Università ha offerto il suo contributo alla presentazione del libro della direttrice della Biblioteca Fortunato, Dott.ssa Luisa Lovaglio:
“Casa de’ Fortunato”
Il testo è un’ efficace ricostruzione di un Palazzo e di una Famiglia storica.
Il culto della storia, precisa la Presidente Pina Cervellino, anima Luisa Lovaglio che, in fondo, con il suo testo, corredato di un interessante archivio fotografico e della felice traduzione in inglese della figlia Santa, ha operato una significativa operazione culturale che si traduce in fruibilità educante per i giovani di oggi e di domani, sottraendo dalla nebbia dell’oblio il passato e connettendo passato e presente.
La lettura palesa un’intrinseca significatività, poiché è un testo di memoria storica e senza memoria non c‘è storia, non c’è identità, non c’è cultura.
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Il 2 Marzo 2017 l’Unilabor ha collaborato con l’associazione Cinetica alla Rassegna Cinematografica offrendo il suo contributo alla presentazione del film di Martone:
“IL GIOVANE FAVOLOSO”
Sullo sfondo dei luoghi leopardiani da Recanati a Firenze a Napoli si configura nella sua essenza il dramma esistenziale del poeta recanatese dalla “vita strozzata” per dirla con Croce, fin dalla sua adolescenza nell’angusto ambito familiare per l’aridità affettiva della madre ed il dogmatismo paterno. Toccante è la conflittualità del giovane Leopardi, lacerato dalla frattura con la società, dalla tensione eroica del desiderio di gloria e dall’ostinata nera orrenda barbara malinconia che lo lima e lo divora. Il film ricostruisce il naufragio degli ideali, la disillusione amorosa, il senso del limite di Leopardi, ma anche il fascino dell’infinito spaziale e temporale, la voluptas contemplandi ed il poeta della negazione, della libertà, del progresso, secondo la formula di Arangio Ruiz, nec tecum nec sine te, diventa il cantore dell’amore, del progresso e della libertà.
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Il 29 Marzo 2017 entusiasmante è stata la partecipazione a Potenza dell’Università allo spettacolo di Lina Sastri:
“Appunti di viaggio”
In un felicissimo connubio tra vita e arte, Lina Sastri in Appunti di viaggio evoca il senso profondo interiorizzante di un viaggio esistenziale alla ricerca di sé nella conquista della sua indipendenza. Un viaggio, come rileva la Presidente Cervellino, alla scoperta della libertà per sé, come nella tragedia greca di Sofocle. Un VIAGGIO DI EMOZIONI che confermano la cifra identitaria della Sastri, donna sensuale, verace, vigorosa, travolgente, che l’accomuna alla Magnani.
Lina Sastri domina la scena in una proiezione ante quem, evocando la sua infanzia, un passato che brulica del sapore e colore napoletano e dell’eco struggente del canto materno che scandisce l’irrequietudine e la voglia di indipendenza di Lina Sastri.
Il viaggio di Lina si può paragonare, secondo la Presidente, al viaggio di Rimbaud e Verlaine che accende la fiamma universale della vita, una vita votata al successo.
Il fato le è favorevole, afferma Lina, fatum faustum direbbero i latini, fin dal suo debutto appena diciassettenne. La ricchezza ed il fascino interpretativo scaturiscono dalla scoperta del mondo classico, non certo l’epos di Omero e di Virgilio, ma la drammaticità delle eroine della tragedia greca Elettra, Ecuba, Medea, una classicità che si arricchisce dell’incontro con Dumas, Pirandello e Eduardo De Filippo.
Lina riscopre il “brulichio di una vita diversa”, per dirla con Pirandello, e l’intensità interpretativa di Filomena Marturano.
Tutta la vita della Sastri è una filigrana di incontri che si rinnovano e si completano, secondo la bellissima espressione di Francesco Alberoni; si aprono le porte di Cinecittà e Lina vive la favola dorata del mondo del cinema, dà vita al tessuto vivo delle melodie napoletane, si inebria al ritmo delle tammurriate, danze e canti napoletani e del bolero e del fado, ritmi portoghesi che il padre nei suoi continui viaggi le fa scoprire.
Ogni momento teatrale, precisa la Presidente, è un lembo significativo di vita, è un grumo, un palpito di affettività poiché tutta la vita di Lina Sastri ha la sua essenza nel teatro, di cui resta coerente ed appassionata interprete. Significativo è l’appello rivolto ai ladri in seguito ad un furto subito “restituitemi la dedica di Edoardo De Filippo”, un foglio di carta con la scritta “Alla bella Lina, che diventa più bella quando entra in scena”.
La Presidente Cervellino augura, sull’onda di questa emozione, di gustare con pienezza lo spettacolo di Lina Sastri. I Greci parlavano di koinè aìstesis, l’unità del sentire nel movimento. La Sastri vive sulla scena il flusso della vita, l’eternità, la catarsi dell’arte, di cui parlano Aristotele, Foscolo, Goethe, che trascende il limite umano, suscitando un coinvolgimento totalizzante, ed i tanti soci vivono lo spettacolo entusiasmante che trasfonde luce e magia.
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Nel mese di Maggio intensa è stata l’attività dell’Università con la presentazione del libro satirico di Angelo Di Muro:
“NON PRENDIAMOCI SUL SERIO”
Felicissima è stata la presentazione del Prof. Angelo Nardozza, vicepresidente dell’UNILABOR, che ha posto in evidenza la piacevolezza, la briosità, ma anche la sottile polemica, i motti faceti che rinnovano i sales plautini e la coinvolgente vis comica.
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L’Università ha partecipato al Certamen “Fortunato”, il 4 maggio 2017, con un contributo storico nelle linee dell’interazione con il territorio, in sintonia con le rilevanti manifestazioni che caratterizzano la vita della comunità.
Abbiamo vissuto, domenica 21 maggio 2017, l’esperienza esaltante dei Parchi Letterari della Lucania, per rivivere la significativa triade poetica:
Albino Pierro di Tursi,
Isabella Morra di Valsinni
Leonardo Sinisgalli di Montemurro
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Il 29 Maggio ’17, nel Palazzo “Fortunato”, nell’ambito del MAGGIO LETTERARIO abbiamo offerto la full immersion nell’Universo culturale letterario della Lucania, riscoprendo tante voci spesso ignorate, un grande affresco, espressione di una cultura autentica da non smarrire nell’omologazione e nella massificazione.
“PAESAGGI DELL’ANIMA”
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La vita della nostra Università è stata febbrile con la realizzazione dei corsi di inglese, informatica, psicologia, sartoria, pizzeria, particolarmente significativi, coordinati dalla Preside Gina Bozza, a cui va la nostra gratitudine per l’impegno quotidiano generoso. Significativo è stato il corso di cultura albanese, realizzato dal Direttore del corso Donato Mazzeo con competenza e particolare disponibilità, un corso che si è snodato per tutto un anno accademico e che ha creato una comunicazione viva, aperta al confronto interculturale.
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L’Università ha offerto al Maggio Letterario, promosso dall’Assessore alla
cultura Teresa Di Lucchio e dalla Presidente del Consiglio comunale Rossella
Brenna, il suo valido apporto culturale, condividendo in toto il progetto.
Significativa l’iniziativa tenuta all’IRCCS-CROB, centro oncologico, scaturita da una forte motivazione sociale e da una sempre più intensa umana sensibilità.
Per manifestare la forte vicinanza agli ammalati del Crob ed ai familiari, la Presidente Cervellino ha ritenuto opportuno interpretare:
“IL TEATRO DI EDOARDO”
caleidoscopio di tipi umani, affresco di giochi scenici e di macchiette caricaturali, per suscitare un tenue riso ed offrire la momentanea illusione forse di un’altra vita, priva di ogni ombra.
Aver regalato una piccola parte di noi, con il calore dell’anima, a chi soffre è stata una gioia immensa, che ha il sapore del più alto incommensurabile dono del dare e del ricevere.
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L’Università continua felicemente il filone artistico, che abbiamo privilegiato da un anno, muovendo dall’individuazione dei pittori locali presenti nel Palazzo “Fortunato”, Brenna, Saracino, Masi, i cui quadri di notevole spessore artistico sono presenti nella sala Anselmo del Palazzo Fortunato.
Ammiriamo il maestoso camino in pietra lavica con le scritte “A. F.” nella piccola Sala all’estremità del Palazzo Fortunato. A.F.: iniziali di Anselmo Fortunato, nonno di Don Giustino, a cui si fa risalire la ristrutturazione del Palazzo, come si evince dall’epigrafe dell’androne: “La casa fu abbellita da Anselmo”. La saletta è arricchita dei dipinti degli artisti Mauro Masi e Raffaele Salzillo. Come si legge dal testo Casa de’ Fortunato di Luisa Lovaglio, le quattro tele di Masi sono state acquistate da Enzo Cervellino il 23.11.80, prima che la nostra terra fosse sconvolta dal terremoto.
Nel solco dell’arte lucana si è svolto l’incontro rilevante con la Dott.ssa Palmarosa Fuccella del CENTRO ANNALI “NINO CALICE” sul tema:
Pittori lucani dell’800:
Giacomo De Chirico, Vincenzo Marinelli, Michele Tedesco
Dopo l’esperienza vissuta nel 2016 di particolare fascino per la significatività e lo spessore culturale il nostro percorso si è completato quest’anno il 12 giugno 2017 con il leitmotiv dell’arte attraverso i tempi ed il Prof. Caputo Gennaro del Liceo Classico di Rionero ha offerto un avvincente excursus dall’armonica perfezione dell’arte greca, ispirata al senso del bello, alla καλοκαγαθία, alla modernità nelle sue voci più significative:
Il SENSO DELLA BELLEZZA ATTRAVERSO I TEMPI
Aisthesis, percezione, sensazione del senso dl bello ispira la cultura di tutti i tempi: l’immagine della Vittoria Alata di Samotracia, della Scuola di Atene di Raffaello Sanzio, della Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli, Amore e Psiche del Canova hanno elevato l’animo al senso del bello, trascendendo l’amorfa materialità dell’esistenza.
Il bellissimo excursus del Prof. Caputo ha ripercorso i sentieri dell’arte nelle sue voci più significative, un itinerario affascinante, che ha suscitato l’intervento appassionato di soci amanti dell’arte, come Rubino Grieco, Vicepresidente dell’Unilabor, che ha espresso con la Presidente un grazie sentito al Prof. Gennaro Caputo che ha fatto rivivere, con competenza e ricchezza di particolari, il respiro della grande arte.
Abbiamo concluso l’anno accademico con un incontro serale all’insegna del più forte sentimento di amicizia e della gioiosa convivialità.
VIVA L’UNILABOR!
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UNILABOR UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’
RIONERO IN VULTURE
Anno Accademico 2017-2018
L’Università delle tre età di Rionero ha vissuto momenti emozionanti di compartecipazione e di grande apertura culturale.
L’incipit dell’anno è stato bellissimo con la visita suggestiva, ricca di tensione etica del Cristo velato con il suo velo impalpabile, opera dello scalpello di Giuseppe Sammartino, un sudario trasparente, realizzato dallo stesso blocco di marmo che crea una grande sacralità dentro di noi al di là di ogni quaestio ideologica.
Ricco di interessi culturali è stato il complesso di San Martino che nel suo
grandioso ampliamento del 1500 ha trasformato il severo aspetto gotico in
raffinato preziosismo barocco, microcosmo di storia europea.
Spettacolari le stazioni della Metropolitana in particolare quella di Toledo, che è definita la più bella di Europa, con la cupola stellare che squarcia il buio dell’oscurità della notte ed illumina con un’immensa plaga luminosa.
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L’inaugurazione il 13 ottobre 2017 si è svolta in una cornice suggestiva per la
partecipazione degli studenti del Liceo Classico che hanno interpretato il tema
“OTIUM ET NEGOTIUM”, in cui si racchiude il nucleo di senso dell’UNILABOR
Rionero UNILABOR. Inaugurazione Anno Accademico 2017-2018 :clicca qui
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Il 16 Novembre 2017 si è svolta la GIORNATA DELLA MEDICINA
L’Università si ispira al grande tema della salute nell’ampia accezione, salute dell’anima, dell’intelletto, salus animae, mentis et corporis. Difendiamo la salute con la conoscenza perché crediamo profondamente nel grande motto di Socrate, riportato da Diogene Laerzio: L’unico bene è la conoscenza, l’unico male è l’ignoranza, il non sapere.
Il Dott. Onofrio Scappatura è stata una miniera preziosa di informazioni scientifiche per la prevenzione dell’ictus, la tutela e difesa della salute.
La Dott.ssa Raffaella Restaino ha evidenziato con significatività il ruolo fondante della Fondazione ALE, nata a ricordo dell’indimenticabile Ale, per la cura della malformazioni vascolari.
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L’UNILABOR ha privilegiato il teatro in tre esperienze singolari:
“IL LAGO DEI CIGNI” di Cajkowskij,
famoso balletto che suscita il fascino dell’arcano con la trasformazione in cigno per sortilegio di Odette, con le brume incantate del lago, con l’opposizione tra cigno bianco e nero. La fabula è meravigliosa per i languidi abbandoni e la dolcezza struggente della musica.
SPETTACOLO INCANTEVOLE!
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5 DICEMBRE 2017 Salerno – Teatro Verdi
Abbiamo gustato con sommo piacere la splendida:
“Turandot”
non portata a termine da Puccini per un tumore alla gola. È stata un’esperienza indimenticabile per il pathos del dramma della principessa sanguinaria misogina, che fa uccidere senza pietà i pretendenti che non sono in grado di rispondere al suo indovinello e che scopre in un clima ascendente l’eros, la potenza dell’amore.
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Una singolare esperienza teatrale, il 27/12/2017, è offerta dall’artista Mattia Di Pierro che ha interpretato con vigore scenico e potenza drammatica il teatro di Shakespeare, suscitando un forte coinvolgimento per l’intensità emotiva e lo spessore culturale.
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ll percorso si è incentrato il 20 febbraio 2017 sul leitmotiv:
“IL LINGUAGGIO DELL’ ARTE ATTRAVERSO I TEMPI”
mirabile excursus del Prof. Gennaro Caputo, docente del Liceo Classico di Rionero.
L’armonica perfezione dell’arte greca si ispira alla pulchritudo, al senso del bello, emergente dalla dignitosa grandezza dei simulacri divini di Fidia e dalla Scuola di Atene di Raffaello Sanzio, nella stanza della Segnatura dei Musei vaticani con i grandi pensatori Platone, Aristotele, Socrate, Epicuro, Empedocle, Diogene, Euclide, che traccia sul pavimento una figura geometrica. Ad alcuni personaggi Raffaello dà il volto di artista, ad Eraclito quello di Michelangelo, a Platone quello di Leonardo, ad Euclide quello di Bramante, all’estrema destra il proprio autoritratto.
Il bello ispira la Primavera, la Nascita di Venere del Botticelli, l’Estasi di Santa Teresa con la testa rovesciata, gli occhi socchiusi, la bocca dischiusa in un gemito appena percettibile, dalla tecnica scultorea che riporta i dettagli delle mani, dei piedi e la politura del marmo che crea un aspetto diafano. Un bello che ritorna vivo nelle opere di Canova, trascendendo la materialità dell’esistenza. Secondo Alda Merini l’arte è un purissimo velo e le opere classiche trascendono la fisicità. Un classicismo, vibrante di epos, vive in Jacques-Louis David in Il Giuramento degli Orazi, La morte di Marat, assassinato inerte con il braccio e la penna fuori della vasca, opera da cui traspare il pathos dell’eroe nei suoi ideali. Il classicismo eroico affiora nella gestualità romantica del ritratto di Napoleone sul destriero. La poesis romantica, celebrata da Schelling, Schopenhauer ed Hegel, trova nel pittore romantico Hayez capacità di penetrazione psicologica e profondità chiaroscurale.
Felicissima la partecipazione in qualità di relatore di Rubino Grieco che ci ha fatto sentire il suo orgoglio di italiano perché il bello, il made in Italy, esprime il genio italiano, ma ancor più la bellezza della nostra Costituzione scritta da Terracini e sottoposta alla rilettura di Concetto Marchesi, la bellezza dei valori impermeabili della nostra Costituzione. Come annota anche Sgarbi, Rubino Grieco afferma che il connotato, il DNA d’Italia è la bellezza artistica, architettonica e paesaggistica e naturalistica da coltivare e difendere.
Nutrita la partecipazione del pubblico, che plaude coinvolto nel vivo dibattito.
TG7 Basilicata UNILABOR Rionero. Presentazione “Il Linguaggio dell’Arte…”:clicca qui
UNILABOR Rionero: “Il Linguaggio dell’Arte dalla Classicità alla Modernità”:clicca qui
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Come UNILABOR abbiamo partecipato al Convegno:
“Le Donne in cammino”
titolo che racchiude il senso reale e metaforico di un percorso ascendente, il diritto di piena cittadinanza, purtroppo non sempre riconosciuto.
La Presidente Cervellino ricorda la Carmen di Bizet, assassinata sulla scena, ed il campo di battaglia è il corpo della donna. Dopo 140 anni domina ancora la dimensione della corporeità, fisicità della donna.
Un tema da riproporre in associazioni ed in ambiti istituzionali per promuovere una reale cultura di cambiamento e parità.
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L’UNILABOR, il 22 febbraio 2018 presso il Circolo Aurora di Melfi con il sentito coinvolgimento dei presenti, ha partecipato nella persona della Presidente Cervellino alla rivisitazione di tante storie di donne lucane, ignorate dalla Storia Ufficiale.
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Il 24 marzo l’Università ha offerto ai soci la partecipazione ad un avvincente
lavoro teatrale del bravo artista Mattia Di Pierro sulle Metamorfosi di Ovidio che ci ha catturato sulle ali del mito, realizzato con maestria drammaturgica.
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Il 27 marzo, incantevole è stata la visita di Capodimonte, grandiosa reggia realizzata da Carlo III di Borbone, sovrano illuminato che trasformò Napoli in capitale europea, fulcro di fermenti artistici, sociali, culturali.
Capodimonte è locus di arte per antonomasia, dove domina la collezione della madre di Carlo III, Elisabetta Farnese, con la sala delle cose rare, specificatamente l’appartamento della galleria di porcellana, con il salottino composto di oltre 3 mila pezzi di porcellana finissima.
Epilogo ricco di vis comica è stata la rappresentazione teatrale:
“Operazione San Gennaro” di M. Ghini
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3 aprile – significativo è stato l’incontro sul tema
“Uno sguardo sul mondo: come cambia il mestiere di giornalista”
Due esperienze a confronto: il Dott. Alfredo Chiarappa, Fotoreporter, che dà un significato documentale alle sue immagini del mondo e che vive la sua esperienza in zone calde dal Kosovo a Cuba, e la giornalista Dott.ssa Carmen Carlucci, già corrispondente Ansa; due esperienze che si ispirano alle 5 regole anglosassoni, Who, What, When, Were, Why, antica metodologia che risale al II secolo a.C. ripresa da autori come Cicerone e San Tommaso.
Nel turbine degli eventi e nella globalizzazione dei media, precisa la Presidente, valido è il pensiero di Gaetano Salvemini: “bisogna essere intellettualmente onesti, cioè renderci conto delle nostre passioni, tenerci in guardia da esse e mettere in guardia i lettori contro i pericoli della nostra parzialità. L’imparzialità è un sogno, la probità, l’onestà intellettuale un dovere”.
Cosa significa Codice dell’onestà intellettuale? Significa indipendenza dal potere costituito, dal potere ideologizzato o verticistico del datore di lavoro.
Il giornalista è lo storico sine ira et studio, diceva Tacito, storico dell’hic et nunc. Deve avere la religione del dubbio e sottrarsi al gioco dell’ingerenza e degli specchi dei media: la penna, l’immagine devono conservare la potenza del pensiero, della libertà e non diventare cimiteri di idee.
E’ il nucleo di fondo del pensiero del giovane Chiarappa che offre al pubblico una documentazione singolare delle sue tante esperienze di viaggio, immagini storiche, che trovano la propria essenza in se stesse, lontane dal fanatismo ideologico deformante. Il fotoreporter giornalista, anche quando è animato dalla religione del dubbio, si sottrae al gioco degli specchi dei media.
Colpiscono il pubblico la toccante semplicità, la limpidezza di pensiero del giovane Chiarappa che suscita ammirazione in antitesi al falso giornalista Eduard Marting che, con i suoi reportage sensazionali in verità rubati e le sue immagini specchiate capovolte dalla realtà, aveva peraltro rubato l’identità ad un surfista inglese.
La validissima giornalista, Carmen Carlucci, ex corrispondente dell’Ansa, la più importante agenzia di informazione in Italia, offre un elemento fondante sul terreno pragmatico della propria esperienza concreta che non si limita alla nuda cronaca, ma che interpreta il rigore, la consapevolezza del ruolo di giornalista, non più semplice veicolo di notizie come cinquant’anni fa, ma interprete, commentatore, cronista che deve interessare, spiegare, rispondere, incuriosire, sorprendere, affascinare, scrivendo sempre con onestà e dignità professionale.
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Il 4 maggio l’Unilabor ha aderito, tramite la persona della Presidente Cervellino, al Certamen “G.Fortunato”, da lei istituito nel 2004/2005 nei Licei Scientifico, Classico e Pedagogico di Rionero, tradizione storica ricorrente con tematiche annuali diversificate, ma sempre interagenti con il nucleo storico fondante del Certamen.
Suggestivo è il tema proposto, oggetto di attenta disamina:
“Binari della storia, partenze ed arrivi”
che ha consentito di rivivere non solo le motivazioni del ricco percorso del Certamen, che è in fondo un grande viaggio ab ovo, dalle origini, per ripensare la storia del Sud secondo una lectio di politica attuale, ma anche la travagliata storia de Le strade ferrate dell’Ofanto completate nel 1897.
Il tema si è aperto ad un’accezione metaforica più vasta: dal viaggio di Edipo di Sofocle a Giasone di Apollonio Rodio, al viaggio di Catullo sulla tomba del fratello nel carme 101, al viaggio di Enea di Virgilio ed ancora a Lucrezio nel De rerum natura.
Il tema del viaggio percorre la cultura italiana, da Dante nel suo viaggio dagli abissi del peccato in un metaforico itinerario ad Deum per arrivare a Proust, Verlaine, Rimbaud, Joyce, a Raffaele Nigro che narra di un Convegno a Salamanca di anime elette per respirare aria di cultura in antitesi alla logica del consumismo e della produzione.
La riflessione si è incentrata sui binari della storia della Lucania, chiusa nell’immobilismo e nello squilibrio socio-economico.
Eppure in età romana il sistema viario, dalla via Appia, che scendeva per Venosa fino al porto di Brindisi, alla via Popilia che da Roma, per l’attuale Castelluccio, proseguiva per la Calabria, alla via Erculea che rasentava Venusia per Potentia, ha resistito all’urto dei tempi.
Con il crollo dell’impero romano la questione viaria diventa un gap insuperabile ed i binari dell’isolamento persistono per secoli.
Nel 1939 la tratta Napoli-Portici in 11 minuti rompe l’isolamento, ma ancora le popolazioni del melfese, dell’avellinese, delle Murge attendono, alcuni decenni dopo, la realizzazione nel 1897 delle Linee Ferrate dell’Ofanto.
Nel volume di Fortunato Le strade Ferrate dell’Ofanto ripercorriamo la travagliata storia, dalla Legge del 1961 con l’obiettivo di costruire una linea che collegasse Foggia-Napoli alla concessione di Depretis sulle strade ferrate, linea revocata, grande beffa per le popolazioni meridionali.
L’intervento di Fortunato, sostenitore del progetto Mancini, approvato dall’amico Ingegnere tecnico Lanino, e il decreto Genala hanno contraddistinto il lungo iter della costruzione della ferrovia dell’inaugurazione del tronco Rocchetta-Rionero, vissuta da un tripudio di folla, come segno di un atteso viaggio di progresso, purtroppo non ancora raggiunto.
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ATTIVITA’ CORSUALE NELL’ANNO 2017/18
L’attività è stata intensa, ricca di esperienze, seguite dai corsisti con interesse ed impegno ed articolata secondo vari livelli:
A metà maggio si è concluso felicemente il 2° corso di cultura albanese realizzato da Donato Mazzeo, seguito dai partecipanti di Barile, Monticchio e Rionero
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Il 28 maggio nell’ambito del Maggio Letterario, promosso dall’Amministrazione Comunale, l’Unilabor ha relazionato sul tema: “La libertà come riscatto sociale nell’universo narrativo di Levi e Scotellaro”, con la partecipazione di Roberto Pallottino che ha dilettato i presenti con la lettura dell’opera di Levi e Scotellaro e Donato Mazzeo, autore di un Pocket Book Feeling Scotellaro con prefazione di Raffaele Nigro.
La lettura delle opere di Levi e Scotellaro, precisa la Presidente Cervellino, ha assunto il significato di tensione alla libertà, al riscatto dalle secche dell’immobilismo della storia: Levi esprime la libertà della civiltà contadina nella sua humanitas, nell’interno movimento dei sentimenti e valori; Scotellaro, in un rapporto di filiazione, proclama la libertà contadina che entra nel moto più ampio e concreto della storia di Italia, per scoprire la libertà nel pensiero e nell’azione.
TG7 Basilicata UNILABOR Rionero: Presentazione “La letteratura come libertà e riscatto…”:clicca qui
TG7 Basilicata. Giuseppina Cervellino su “La letteratura come libertà e riscatto” Rocco Scotellaro: clicca qui
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Felice è stato l’epilogo con la visita a Matera del suggestivo Duomo, riaperto al culto nel marzo 2016, della rivisitazione della tela di Carlo Levi di ben 18,50 metri, epopea della civiltà contadina, con l’immagine viva di Scotellaro, e ancora nel riquadro di Fortunato, Nitti, Salvemini e Dorso.
Piacevole è stata la riscoperta delle bellezze di Tricarico dalla torre normanna alla casa di Scotellaro con la famosa epigrafe:
Siamo stati catturati dal vortice delle maschere antropologiche italiane ed estere che, a suon di campanaccio, ci hanno fatto rivivere con coinvolgente partecipazione il ritmo gioioso ed il senso folclorico di una tradizione che permane alle radici della civiltà italiana, oltre i confini europei.
Conclusione felice è stata la conviviale che ha coronato il piacere di stare
insieme all’insegna della vera amicizia e della cultura.
EPILOGO DELL’ ANNO ACCADEMICO 2017/18
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UNILABOR UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’
ENZO CERVELLINO
RIONERO IN VULTURE
ANNO ACCADEMICO 2018-2019
L’Unilabor, Università delle tre età “E. Cervellino”, inizia l’anno accademico
2018-2019, confermando il valore dell’amicizia solidale, vissuta intensamente e vivificata
dal piacere di incontrarsi, ed offrendo un servizio socio-culturale alle nuove generazioni.
Il 18 ottobre ha il suo incipit l’anno accademico nella cornice suggestiva del
Palazzo “Fortunato” con la partecipazione sentita, particolarmente nutrita
del pubblico e la presenza significativa di personalità istituzionali.
Nella sua prolusione la Presidente Cervellino ha evidenziato il senso profondo, autentico, il significato dell’Università delle tre età di Rionero che ha rinsaldato la nostra cifra identitaria, dando forza alle nostre tensioni, senso alla nostra ricerca, alle cose che facciamo.
La Dott.ssa Paola D’Antonio, Pro Rettrice dell’UNIBAS, ha sottolineato in primis l’importanza del policentrismo formativo, il cui asse portante è l’Università, in cui confluiscono valide e ricche esperienze locali, come l’Unilabor di Rionero.
Significativo, sentito è stato l’intervento del Capo Delegazione FAI Potenza, Dott.ssa Lidia Pantone che, con sensibilità e passione, ha rivendicato la priorità di educare alla bellezza come tutela, valorizzazione, recupero dei beni culturali nelle linee di una politica di promozione dei luoghi del cuore come Monticchio. La serata, dopo l’excursus della Preside Gina Bozza sui vari corsi di carattere pragmatico, si è conclusa all’insegna della gioiosa, viva compartecipazione, con la presenza dei giovani liceali del FAI, forti sostenitori di Monticchio fra i luoghi del cuore.
Rionero. Inaugurazione Anno Accademico UNILABOR:clicca qui
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Il 21 ottobre 2018 abbiamo vissuto una giornata ludica e culturale con tappa a Pompei per ammirare i recenti e singolari scavi archeologici
Bellissima tappa a Sorrento per ammirarne le bellezze naturalistiche e
culturali dal Duomo al Chiostro di San Francesco
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Il 9 novembre ’18, con le note ricche di epos della canzone del Piave, si è aperto il Convegno su “La grande guerra”, immane tragedia bellica che assunse la vastità di una dimensione globale.
L’Università delle tre età di Rionero si è caratterizzata per una riflessione sulla grande guerra nel suo spessore storico, biografico, ambientale, locale, culturale secondo chiavi di lettura significative ed interpretando varie angolazioni dell’immane confitto.
Nella prolusione la Presidente Cervellino ha posto in evidenza la tragica costante della storia, la guerra, oggetto di condanna già da Omero, Euripide, Tacito e teorizzata da Thomas Hobbes che proclama le virtù cardinali della forza e della frode, soffermandosi inoltre sulle motivazioni ideologiche che hanno ispirato le battaglie risorgimentali e la prima guerra mondiale, prosecuzione delle idealità risorgimentali.
Interessante è stata la riflessione non solo nella dimensione storica da parte di Lucio Attorre, Professore di Storia contemporanea dell’Università di Basilicata, ma anche biografica vissuta dalla relatrice, Dirigente Rosella Tirico, che ha evocato il dramma della guerra, vissuto dai suoi nonni.
Particolarmente significativa e documentata è stata l’angolazione localistica della grande guerra, tenuta da Antonio Cecere, giovane ricercatore storico, che ha ricostruito l’esperienza bellica di eroi locali, Rigillo e Pennella, illustre rionerese, distintosi nella prima guerra mondiale, comandante dell’ottava armata di Montello.
UNILABOR Rionero: “La Grande Guerra”:clicca qui
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Una meravigliosa parentesi abbiamo vissuto l’11 dicembre, con la
partecipazione allo spettacolo teatrale “Il Barbiere di Siviglia”, l’esilarante
opera di Gioacchino Rossini e la spettacolarità delle Luci di artista di Salerno
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CONVIVIALE BENAUGURANTE NUOVO ANNO 2019
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Il 31 Gennaio 2019 suggestivo è stato Il viaggio nel cinema degli anni
sessanta con l’intervento del regista e sceneggiatore Rocco Talucci
L’approccio al tema ha scoperto il gusto del cinema, settima arte, in questa
nostra età in cui il cinema pare esposto all’amnesia collettiva.
Rocco Talucci ha rivissuto il cinema degli anni ’60 nel suo lavoro Ritratto di uno
sceneggiatore, molto apprezzato, evocando le esperienze di registi famosi
come Luchino Visconti, nelle sequenze di Rocco ed i suoi fratelli e de La caduta
degli dei e di attori noti, Claudia Cardinale, Adriana Asti, Franca Valeri.
La proiezione dello sceneggiato ha suscitato particolare interesse per la cifra
scenografica singolare e per la forte umana carica psicologica.
Largo consenso di pubblico e di critica a ROCCO TALUCCI
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ECOLOGIA INTEGRALE PER LA CASA COMUNE
Il 7 febbraio 2019 in collaborazione con la rivista Valori ed il suo Presidente Giuseppe Chieppa, con la presenza rilevante di Tonio dell’Olio, Presidente della Pro civitate Christiana di Assisi, membro del Consiglio nazionale di Pax Christi, responsabile del settore internazionale di Libera, si è svolto nella sede del Campus un incontro di grande significatività sull’Enciclica di Papa Francesco e sulla portata rivoluzionaria di Ecologia Integrale.
L’Enciclica, precisa la Presidente Cervellino, è un inno di laude, cantico alla madre terra non con il panteismo naturalistico gioioso di San Francesco, ma con i cupi bagliori di un mondo naturale, in crescente degrado, di una terra devastata dalla violenza di una malattia, i cui sintomi avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi.
Traspare l’urgenza di “COLTIVARE E CUSTODIRE IL GIARDINO DEL MONDO”, come si legge fin dai testi biblici della Genesi.
L’odierno paradigma tecnocratico, l’immensa crescita tecnologica, asservita alle categorie dell’economia o del potere, svuotate del significato positivo della scienza, hanno generato lo sfascio ambientale,
L’uso indiscriminato dei fitofarmaci dagli anni ’60, le emergenze ambientali degli anni ‘60 e ’70, scaturite dall’energia nucleare, le piogge acide degli anni ’80, il buco di ozono e la deforestazione negli anni ’90, il cambiamento climatico, il riscaldamento globale, lo sviluppo demografico, la carenza di risorse energetiche e lo sfruttamento irrazionale della terra sono segno tangibile di un inarrestabile degrado ambientale. La riflessione che emerge dall’Enciclica sugli effetti devastanti della tecnologia, asservita all’economia ed al potere, pone in luce la gravità di un sistema consolidato, come dimostra il fallimento dei Vertici mondiali dell’economia.
La salvaguardia della casa comune diventa un imperativo kantiano ed ogni azione deve mirare al bonum commune nella direzione di un’ecologia integrale, inseparabile, inscindibile dal bene comune.
L’incontro, particolarmente apprezzabile per gli interventi di Giuseppe Chieppa, Antonella Ruggeri, Don Tonio Dell’Olio, Giulio Marconi, Paolo Baffari e Porzia Fidanza, ha suscitato consensi entusiasmanti da parte degli studenti, coinvolti con riflessioni individuali e partecipi di un dibattito che ha segnato una maggiore consapevolezza della problematica ambientale.
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Il 26 febbraio 2019 l’Università ha proposto ai giovani un interessante
Convegno, il cui tema si incentra sull’economia che costituisce un problema
fondante nella crisi economica dei nostri tempi.
Chi muove i fili dell’economia?
Certo, i poteri forti, l’intreccio di componenti storiche nei giochi politici e nelle
strategie e scelte economiche.
Gli economisti parlano di 4 I: investimenti, industria, informazioni ed individui, ispirati ad una logica economica legata al benessere materiale, alla crescita del PIL.
La Presidente Cervellino nella sua prolusione evidenzia il convincimento del premio Nobel Amartya Sen, economista indiano, professore ad Harvard, Oxford, Cambridge, in Gran Bretagna, il quale nella sua critica al libero mercato e all’utilitarismo ripropone un nuovo rapporto tra economia ed etica all’insegna del recupero dei valori umani e morali e della qualità della vita.
Il Prof. Valentino Zupa con ricchezza argomentativa e rigore scientifico chiarifica gli elementi costitutivi delle start-up per offrire ai giovani un chiaro quadro delle opportunità, delle scelte strategiche e delle azioni di intervento. All’acuta analisi del Prof. Zupa ha fatto seguito l’intervento della Preside Gina Bozza che ha posto in evidenza un’embrionale esperienza di start-up vissuta con efficacia nel passato.
II Prof. Antonio Romano sottolinea la filosofia del marketing nelle strategie di
approccio secondo la prospettiva pull (capire il mercato) anziché push (spingere
sul mercato) in una gamma di forme, orientate al marketing territoriale, e
propone lo sviluppo di un sistema economico produttivo locale, valorizzando
specifiche caratteristiche espresse o latenti. Nell’era della globalizzazione ha
senso lo sviluppo competitivo del territorio nelle sue tipicità e valenze.
Il marketing territoriale non è una semplice attività promozionale, ma deve essere
un piano strategico definito, programmato con una rete di servizi, pubblici e
privati. Egli delinea un modello di start-up che suscita largo interesse nei giovani
presenti, promuovendo motivazioni e sollecitazioni a muoversi con la consapevolezza di porsi di fronte alla continua sfida dei tempi.
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La giornata della medicina
Il 4 aprile si è svolta la giornata della medicina, poiché l’Università si ispira al
grande tema della salute nell’ampia accezione, salute dell’anima, dell’intelletto salus animae, mentis et corporis.
Difendiamo la salute con la conoscenza perché crediamo nel motto
di Socrate riportato da Diogene Laerzio: “L’unico bene è la conoscenza, l’unico male è l’ignoranza”.
Dopo la ricca e dettagliata relazione del Dott. Rubino Grieco, Vicepresidente
dell’Unilabor, che ha ampiamente documentato la crescita esponenziale del
tumore, il Prof. Maurizio Genuardi del Policlinico Gemelli di Roma ha offerto
una miniera preziosa di conoscenze scientifiche per la prevenzione del cancro,
nell’obiettivo costante della salute fisica e psichica e della difesa della vita.
Le conclusioni del Direttore Giovanni Bochicchio hanno offerto un’acuta diagnosi
dello stato dell’arte dell’IRCCS-CROB di Rionero ed hanno evidenziato il disegno
programmatico messo in campo verso prospettive di
avanguardia. Nutrita è la presenza del pubblico, partecipe dell’ampio dibattito.
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All’insegna dell’Arte e della Cultura teatrale
Il 7 aprile 2019 l’Unilabor ha vissuto una giornata intensa di gioiosa partecipazione.
Meravigliosa è stata la visita del Chiostro delle Clarisse di stampo barocco con preziose maioliche raffiguranti scene di vita napoletana con allegorie che rimandano ai 4 elementi: terra, aria, fuoco, acqua. Il complesso monumentale è caratterizzato da 64 pilastri maiolicati con figure di fiori e frutti di forma ottagonale, viali fiancheggiati da sedili e colonne con scene campestri mitologiche.
Il percorso si è snodato per le particolari vie napoletane con tappa alla Basilica Reale Pontificia San Francesco da Paola, di gusto neoclassico, che si ispira al Pantheon di Roma con il famoso porticato sotto il quale aveva passeggiato Wagner, vissuto a Napoli per terminare il Parsifal, nominato re del Santo Graal, la sacra coppa dell’ultima cena di Cristo.
Il percorso si è completato con la visita al Palazzo reale, costruito per Filippo III d’Asburgo, re di Spagna, che a Napoli non arrivò mai, residenza dei Savoia nel 1919, ceduta allo stato da Vittorio Emanuele III di Savoia. Particolarmente interessante è stata la visita del palazzo con il famoso scalone d’onore, con la cappella reale, la sala del trono con il salone di Ercole, con la serie di arazzi di Amore e Psiche.
Il percorso turistico culturale si è arricchito dell’entusiasmante, briosa
rappresentazione teatrale:
Con tutto il cuore di Vincenzo Salemme
inimitabile per la scoppiettante vis comica e la gioiosa coinvolgente ilarità.
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ATTIVITA’ CORSUALE NELL’A.A.2018-2019
Parallelamente si è svolta, sotto il puntuale e felice coordinamento della Preside
Maria Luigia Bozza, l’intensa attività corsuale, costituita da ben 13 corsi:
– 5 di inglese, 2 di primo livello, 2 di secondo livello ed 1 di terzo livello
– 2 di tedesco, 2 di psicologia, 2 di informatica
– 2 di elettricista, 2 di saldatore
– 1 di rieducazione della memoria
I corsi, ampiamente documentati, hanno offerto ai giovani un forte servizio sociale,
promuovendo competenze di base o di livello più elevato in relazione al corso seguito.
Interessante è la ricca attività, segno di un servizio concreto pragmatico per la comunità.
Rilevante è stato il corso di Educazione alla memoria, particolarmente seguito per
l’efficacia comunicativa e strategie di memorizzazione del docente Daniele Lagatta.
Corso: Fili della Memoria
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Rappresentazione Teatrale
L’Unilabor ha condiviso e partecipato alla rappresentazione teatrale
del bravo artista Mattia Di Pierro
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CORSO DI CULTURA ALBANESE
Parallelamente per tutto l’anno si è svolto il 3° corso di cultura albanese,
felicemente coordinato da Donato Mazzeo sulla tradizione gastronomica, corso
di notevole interesse per i partecipanti, che ha trovato il suo epilogo in una forte
manifestazione conclusiva all’insegna delle prelibatezze di pietanze arbereshe.
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PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI NICOLA COCCIA
Il 5 maggio l’Università con la Presidente Giuseppina Cervellino e il Coordinatore Donato Mazzeo ha partecipato alla presentazione del libro di Coccia, promosso dall’Amministrazione comunale di Rionero e dalla Biblioteca “Fortunato”.
Il testo di Nicola Coccia “Le arse argille consolerai” 1918, precisa la presidente, è un libro di grande successo, giunto alla seconda edizione, vincitore del premio nazionale Carlo Levi, ed è sostenuto dal rigore documentale di ricerche negli Archivi di Sato di Matera, Roma, Firenze, Torino.
L’autore ricostruisce il percorso unitario di Carlo Levi da Grassano ad Aliano, isola tra i burroni, dove in un cimitero cattolico giace la tomba dell’ebreo Levi, cristallizzata in una sorta di immanenza temporale.
Singolare, secondo la Presidente, è l’esperienza di Levi a Firenze, fulcro di cultura, tra gli intellettuali del tempo, Mario Tobino, Eugenio Montale, Carlo Emilio Gadda, Elio Vittorini, Carlo Bo, Salvatore Quasimodo, Mario Luzi, Carlo Cassola, e Levi trova rifugio nella casa di Anna Maria Ichino, luogo di cospirazione di frequentazione antifascista, dove nel ’44 scrive a mano con un lapis “Cristo si è fermato ad Eboli”, perchè Cristo non ha lambito le lande desolate della Lucania, terra sommersa da un dolore avito e da un’oppressione secolare.
Intense, febbrili sono le pagine eroiche della resistenza fiorentina in cui il Comitato di liberazione decide prima dell’arrivo degli alleati l’insurrezione popolare che riscopre il valore della libertà nelle idee, nell’azione, nelle scelte.
Il senso della libertà emerge dal telero Lucania ’61, trasposizione pittorica del Cristo si è fermato ad Eboli, ispirato al poeta della libertà contadina, Rocco Scotellaro. Con il viso piccolo ed i capelli rossi campeggia Rocco, che parla all’insegna della libertà.
Mi sembra significativo cogliere questo fil rouge, un comune leitmotiv tra Aliano-Firenze: il senso della libertà che trascende i confini temporali e spaziali di ogni luogo e ogni tempo.
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CERTAMEN “G. FORTUNATO”
Significativa è stata l’adesione dell’Unilabor al Certamen “G. Fortunato”, con un contributo di matrice storica e abbiamo vissuto la giornata europea della cultura con una gamma di manifestazioni che hanno coinvolto vivamente la comunità
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MANIFESTAZIONE DE VIRIS ILLUSTRIBUS
Epilogo significativo è stata la manifestazione, promossa dall’Unilabor,
De viris illustribus
uomini illustri scomparsi, artefici della crescita di Rionero
Un’entusiasmante serata, tenuta presso il CROB il 28 maggio 2019, scaturita dalla
commemorazione del centenario della nascita di Enzo Cervellino, ha coinvolto i vari
componenti del direttivo che hanno offerto intense testimonianze
con lo storico Michele Strazza, con i soci Rubino Grieco, Angelo Nardozza, Valentino Zupa, Antonio Cecere.
I nostri validissimi relatori hanno evocato illustri personalità, con argomentazioni sostanziate di verità
storica, offrendo alle nuove generazioni un recupero antropologico e socio-politico
e promuovendo la memoria storica ed il senso delle radici e dell’identità.
Il largo consenso di pubblico e la sentita partecipazione collettiva sono stati
tangibile espressione della valenza e dello spessore del Convegno, promosso e
realizzato dall’Unilabor con il coinvolgimento dell’Amministrazione Comunale e del C.R.O.B. di Rionero.
L’Università conclude il suo ricco percorso, realizzato nell’anno accademico
2018/2019, con una forte ricaduta sulla realtà territoriale all’insegna della
memoria storica e della cultura.
Rionero. De Viris Illustribus “uomini illustri scomparsi, artefici della crescita di Rionero”:cliccaqui
/www.youtube.com/watch?v=237MSZXjKBk&t=559s
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UNILABOR UNIVERSITA’ delle tre età
ANNO ACCADEMICO 2019/20
L’Anno Accademico 2019-20 si caratterizza per la varietà e ricchezza dei temi
e dei corsi, per la qualità delle iniziative e per la continuità anche nel
drammatico frangente della pandemia
La nutrita presenza di pubblico conferma il coinvolgimento all’intensa serata che
si è tradotta in una programmazione ricca, articolata dell’anno accademico.
Con la sua esibizione lirica il soprano CRISTINA MECCA ha deliziato il pubblico con le famose arie come “Habanera” dalla Carmen di Bizet e “Il valzer di Musetta” da La Boheme di Puccini
UNILABOR Rionero. Inagurazione Anno Accademico 2019-2010:clicca qui
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L’Università delle età di Rionero in V. scopre il 22/09/19 un’incantevole Basilicata
nella storia densa di mistero e nelle sue bellezze artistiche a Miglionico ed a Matera
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IN RETE PER L’AMBIENTE
La giornata del FAI d’Autunno, che ha visto il felice connubio tra FAI, l’I.I.S.
“G.Fortunato” di Rionero, l’Unilabor di Rionero ed il Rotary di Melfi e Bari, ha
risposto alle attese del numero pubblico. Il programma, particolarmente ricco per
l’escursione naturalistica a Monticchio, si è caratterizzato per la presenza dei
giovani del Liceo Classico di Rionero, Ciceroni del FAI, promotori di Educazione
ambientale, ai quali il Rotary club di Melfi ha offerto le borracce per la sostenibilità.
ll meraviglioso percorso nel bosco per riscoprirne la bellezza e la purezza nonché
la ricchezza delle specie ha contribuito a rinsaldare la coscienza ambientale contro il
degrado di tipo consumistico che snatura l’habitat.
L’esperienza de visu naturalistica ed ambientale si è anche arricchita di uno
spaccato teatrale che gli studenti, con disinvoltura e competenza, hanno
presentato, spaccato significativo per le interpretazioni di autori latini ed italiani
sul tema dell’impegno, che dovrebbe costituire il DNA, il connotato di ogni essere
umano, cittadino del suo tempo.
“NEGOTIUM”
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PARCO DEL VULTURE: PROBLEMI E PROSPETTIVE
Rilevante è il Convegno promosso dall’Unilabor con una nutrita partecipazione di
pubblico il 28/11/2019 ALL’INSEGNA DELLA VALORIZZAZIONE AMBIENTALE.
Interessante debate a più voci tra relatori, Dott. Francesco Ricciardi, Commissario
del Parco Regionale del Vulture, Dott. Gianni Rosa, Assessore regionale
all’Ambiente, Prof. Renato Spicciarelli, i Sindaci Luigi Di Toro e Donato Sperduto, i
quali, sotto varie angolazioni, hanno presentato lo stato dell’arte del Parco.
Hanno partecipato, altresì, la D.S. Giuseppina Cervellino, Presidente Unilabor, il
Prof. Angelo Nardozza, Vicepresidente Unilabor, gli studenti del Classico di Rionero,
Ciceroni del FAI, che hanno delineato il percorso intrapreso fin dal 2015 ed hanno
evidenziato alcune riflessioni significative del Dott. Luciano Carrieri, promotore del
Comitato Monticchio-Luogo del Cuore.
Un dibattito corale convergente in maniera unanime verso un unico obiettivo:
La rinascita di Monticchio e dell’intero Vulture
Notevole, rilevante l’apporto costruttivo delle relazioni aperte al confronto
e coinvolgente è il dibattito su una problematica territoriale urgente ed attuale
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“La dieta amica della tiroide”
Il 18 dicembre 2019 l’Unilabor ha promosso la presentazione del libro di carattere
medico, scientifico, gastronomico: “La dieta amica della tiroide”.
Hanno conferito spessore alla manifestazione relatori autorevoli:
– il Direttore generale dell’Irccs-Crob Cristiana Mecca
– l’Avvocato Aurelio Pace
– la Presidente Pina Cervellino
– gli autori Dott. Pasquale Di Leo e Prof.ssa Lucia Santarsiero.
Le brillanti relazioni degli intervenuti si sono caratterizzate non solo per lo spessore
scientifico, ma anche per la riflessione aperta ad uno stile di vita più sano e salubre
ed ad un modus vivendi collettivo, coerente e responsabile
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La Festa degli auguri dell’Unilabor il 27 Dicembre 2019 è stato un
piacevolissimo incontro all’insegna dell’autentica amicizia e della cultura sul tema:
NATALE NELL’ARTE
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Un’esperienza entusiasmante è stata vissuta a Napoli dall’Unilabor di Rionero
il 26/01/20 al Teatro San Carlo per la rappresentazione della “Tosca”
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ORIGINALE PERFORMANCE DI MATTIA DI PIERRO
L’Unilabor ha palesato particolare attenzione verso i giovani: suggestiva presso il Palazzo “G. Fortunato”, il 18/02/2020, è stata l’interpretazione del giovane valente artista Mattia Di Pierro, che ha proposto antichi miti, con un’originale performance, evidenziando singolare inventiva artistica, straordinaria capacità interpretativa ed un profondo substrato culturale.
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Un convegno di notevole spessore storico è stato promosso dall’Unilabor, presso il Palazzo “G. Fortunato”, il 31/01/20, con la presenza di un illustre storico, Prof. Carmine Pinto, ed una nutrita e sentita partecipazione della comunità del Vulture-Melfese al significativo appuntamento culturale.
In antitesi a tante opere, ancorate alla scelta ideologica di storie di vinti e vincitori, precisa la Presidente Cervellino, il testo di Carmine Pinto trascende l’impostazione unilaterale e diventa ampio e critico confronto, in cui entrano in campo forze antagoniste con ambivalenti motivazioni ideologiche.
Il sottotitolo configura lo scenario storico e drammatico degli attori della guerra per il Mezzogiorno: Italiani, Borbonici, Briganti, uno scenario che trascende la dialettica vincitori e vinti, percorsi solitari nella globalità della storia. Certo, c’è una ciclicità negli eventi e Carmine Pinto rileva che il brigantaggio non nasce nel 1960, ma ha anche ricorrenti antecedenti storici. Le pagine su Crocco non mutano il giudizio storico sull’efferatezza e sulla ferocia del brigantaggio e dello stesso Crocco, ma illuminano il dramma dell’uomo, respinto dalla reazione e dai liberali, dell’uomo dal furor sanguinario che sente nel carcere di Portoferraio l’horror delle nefandezze di quel branco di lupi, homo homini lupus, dove era facile scannarsi.
Il Prof. Carmine Pinto pone in luce i giochi opportunisti di una politica asservita alle influenze reazionarie borboniche ed ai maneggi dei doppiogiochisti e, lontano dalle microanalisi, ricostruisce l’ampio tessuto storico nei suoi piccoli e grandi eventi, offrendoci un quadro di incomparabile pregio storico.
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L’incontro, programmato e pubblicizzato, purtroppo non si effettua per il il dilagare della pandemia.
L’Unilabor si adegua ai tempi e mantiene viva la rete relazionale
L’Unilabor ha vissuto un’esperienza nuova, singolare, aperta agli strumenti di comunicazione multimediale in questo momento particolarmente inquietante della nostra vita e della storia delle nostre comunità.
L’Unilabor ha concretizzato l’idea di incontri on line per costruire nuovi tasselli di relazione e proporre problematiche vive, sentite dai partecipanti.
La riunione del 15/04/2020, svoltasi alle 19:30, ha suscitato il compiacimento di tutti i presenti, che si sono idealmente e virtualmente incontrati per una riflessione a più voci sull’immane flagello del Covid-19. Il meeting vivo e sentito segna l’inizio di tanti prossimi appuntamenti online.
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Un coinvolgente e partecipato meeting dell’Unilabor si è tenuto in data 25/04/20 sul tema:
«Le varie implicazioni del Covid-19»
Sono emersi, altresì, i valori della resistenza, muovendo dalla riflessione significativa di Piero Calamandrei:
«Era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini».
Due pregnanti, attuali parole chiave della nostra esistenza: resistere e vivere da uomini.
#UnilaborNonSiFerma
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Conseguenze socio-economiche del Covid-19
L’Unilabor di Rionero ed il Rotary di Melfi hanno promosso il meeting online:
“Conseguenze socio-economiche del Covid-19”,
in cui interessante ed apprezzata è stata la relazione del Prof. Antonio Romano, a cui è seguita una felicissima interpretazione di storytelling di Mattia Di Pierro con un’ardita novella boccaccesca che ha conquistato i presenti per la sottile vis comica e l’originale taglio artistico.
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PER L’UNITA’ D’ITALIA
Un incontro particolarmente interessante per i soci tutti dell’Unilabor ed ucimini e per gli appassionati di storia lucana si è tenuto online il 5/06/2020
Il nostro incontro che vede il connubio tra UNILABOR- ROTARY, precisa nell’incipit la Presidente Giuseppina Cervellino, assume una forte connotazione storica che ha sempre una sua indiscutibile attualità.
La rilevanza dell’incontro all’insegna del culto della storia e della nostra dignità nazionale scaturisce dalla profondità del tema e dalla significativa presenza di un illustre relatore, Prof. Antonio Lerra, storico di forte spessore.
Le becere affermazioni del giornalista Vittorio Feltri che ci invita a “darci una regolata “ o “farete una brutta fine” o ancora “il secondo risorgimento partirà in questa pandemia dal Nord e non dal Regno delle due Sicilie”, rinviano a pregiudiziali che ricalcano vecchie tesi anacronistiche positiviste di Niceforo e Lombroso e slogan leghisti. All’indegno giudizio di Feltri, segno di pregiudizio ostativo della vera unità nazionale, forte tra le tante opposizioni è la requisitoria della giornalista Simona Stammelluti, culturalmente aperta, segno del vero Sud, dignitoso e tenace nei suoi condizionamenti, un Sud in cui ci identifichiamo con orgoglio, il Sud della laboriosità ed umana civiltà, il Sud che ha dato il suo peculiare contributo alla costruzione dell’Unita di Italia.
Ogni processo storico ha un termine a quo et ad quem: il Risorgimento lucano ha la sua scaturigine nel fervore repubblicano lucano del 1799 da Mario Pagano, luminare di diritto, a Michele Granata di Rionero, a Nicola Carlomagno, a Felice Mastrangelo di Montalbano, a Francesca de Carolis di Tito, l’Antigone lucana, che assiste a barbarie inumane perpetrate sul figlio maggiore, a Rachele Cassano che crea a Montalbano una casa patriottica.
Un prerisorgimento, continua la Presidente Cervellino, che anticipa il risorgimento italiano che trova un coraggioso interprete in Giacinto Albini, Mazzini della Lucania che scrive a Garibaldi, Generale Dittatore, proclamando la nazionalità che sta a cuore del lucani, l’Italia libera indipendente una, e nel prodittatore Nicola Mignogna che avanza il disegno di un’Itala Unita.
Le nostre pagine risorgimentali testimoniano l’impegno consapevole di Giacomo Racioppi che diresse la giunta insurrezionale del Governo prodittatoriale; di Francesco Lomonaco che fece parte della giunta insurrezionale e dopo il ’61 fu Sindaco, autore del Codice Municipale, modello per tanti comuni e fu Parlamentare per ben 4 legislature; di Floriano del Zio, Commissario per l’organizzazione delle giunte rivoluzionarie a Melfi; di Ferdinando Petruccelli della Gattina di Moliterno, autore del battagliero giornale “Mondo Vecchio e Mondo Nuovo”, uno dei 64 firmatari della protesta contro il governo borbonico, che partecipò alla rivoluzione del ’48 e fu Deputato nel primo Parlamento italiano nel Collegio di Brienza.
Singolare il fervore risorgimentale a Rionero con la costituzione della Giunta insurrezionale, composta dal Notaio Emanuele Brienza e dal sacerdote Nicola Mennella. Il Capitano Pasquale Corona l’11 agosto accorre a Melfi per reprimere un movimento borbonico ed il sindaco di Rionero, Michele Giannattasio, mosse il 18 agosto verso Potenza, inneggiando e proclamando l’Unità d’Italia.
Ben 56 rioneresi parteciparono alla Brigata Basilicata, meritando l’apprezzamento di Garibaldi “Dite ai vostri lucani che li preferirò sempre… Io vi stimo come il primo corpo lucano disciplinato e vi terrò davanti a tutti.”
Un patriottismo risorgimentale coerente con il federalismo unitario odierno, un federalismo solidale che garantisce il serbatoio idrico della Puglia sitibonda e fornisce petrolio all’Italia, risollevando la bilancia dei pagamenti e del PIL Nazionale.
La Presidente conclude auspicando un reale risorgimento dei programmi politici, economici, culturali e delle coscienze attente alle sorti presenti e future del paese.
Rigorosa e lineare è la relazione tenuta online dal Prof. Antonio Lerra sul percorso risorgimentale per l’Unità d’Italia per la quale si batterono valorosamente, sacrificando le loro vite, uomini e donne, anche in Basilicata e dalla Basilicata.
Il Prof. Lerra, sulla base delle risultanze della più recente e aggiornata produzione storiografica, ha richiamato e puntualizzato, nel quadro del più generale contesto italiano ed europeo, il complessivo apporto di prima fila, in progettualità e azioni politiche sul campo, che connotarono il patriottismo meridionale e lucano nel corso del lungo e difficile percorso di “costruzione” dell’Unità d’Italia: dall’alba della nuova Italia, il triennio giacobino-repubblicano (1796-1799), alla rivoluzione costituzionale del 1820-21, alla “primavera dei popoli” del 1848-49, al determinante snodo del 1860-61, al quale il Prof. Lerra ha dedicato una particolare attenzione, anche in considerazione di persistenti stereotipi e luoghi comuni che talora giungono a “mettere in discussione non solo il valore in sé dell’Unità d’Italia, che dovrebbe essere per tutti gli Italiani il più prezioso bene comune, ma lo stesso apporto, glorioso e patriottico del Sud al lungo e difficile percorso di costruzione dell’Unità della Nazione. Una meta, questa, per la quale, come il Prof. Lerra ha precisato, si batterono con eroico entusiasmo uomini e donne, anche con il sacrificio della propria vita, come le tante vittime delle feroci reazioni borboniche che fecero seguito ai rilevanti snodi dal 1799 rivoluzionario e repubblicano alla rivoluzione costituzionale del 1820-21, alla primavera dei popoli del 1848-49”.
“Ma, le pur dure, feroci, reazioni verso un sempre più solido patriottismo, che negli Stati preunitari, pur con diversificati progetti di cultura e di azioni politiche, si batté attraverso più generazioni per l’indipendenza, la libertà e l’unità dell’Italia, non sarebbero riuscite a fermare -ha evidenziato il Prof. Lerra – la forza delle idealità e delle progettualità politico-istituzionali, che con grande realismo politico furono unitariamente rivisitate, anche in campo radicaldemocratico, dopo il tragico esito della spedizione di Carlo Pisacane a Sapri, nel 1857. Un tragico esito, quello, che pose fine -ha precisato il Prof.- non solo ad ogni possibile speranza di ripresa repubblicana nello stesso Mezzogiorno d’Italia, ma che aprì ulteriori spazi d’iniziativa politica a quell’ala del movimento democratico e patriottico che aveva ormai sposato le tesi monarchiche, unitarie e filosabaude e che diede vita in Piemonte alla unitaria Società Nazionale, intorno alla quale si erano raccolti anche repubblicani e mazziniani, oltre lo stesso Garibaldi”. Un dato fondamentale questo, per poter tra l’altro cogliere e far cogliere -ha aggiunto il prof. Lerra- “l’attivo e compartecipe ruolo svolto dal patriottismo meridionale della provincia di Basilicata in particolare, alla conseguente, unitaria, programmazione ed attuazione del decisivo snodo del 1860-61 in dichiarata chiave moderata, frutto di un grande realismo politico, con priorità per l’indipendenza dallo straniero e per l’unità dell’Italia”.
Ovviamente – ha precisato, al riguardo, il Prof. Lerra- si trattò, di fatto, del “trionfo del Progetto cavouriano (rispetto ai tanti che pur si erano configurati per l’Italia unita, nel corso dei vari snodi), ma ormai largamente condiviso e compartecipato anche da Sud, in particolare da parte degli esuli, napoletani e siciliani, che temevano il riemergere di programmi centralisti e, soprattutto, il persistere di conflittualità tra Napoli e la Sicilia, a danno della causa nazionale”.
A tale contesto -ha ancora precisato il prof. Lerra- è altresì da rapportare la stessa gloriosa insurrezione patriottica lucana dell’agosto 1860, da configurare quale “fruttuosa risultante di un’accurata pianificazione d’ambito nazionale e meridionale, promossa e realizzata nel prevalente ed unitario obiettivo d’imprimere un’accelerata, in chiave, appunto, moderata, all’attiva compartecipazione al processo unitario da Sud, da rappresentare e far percepire, anche oltre l’Italia, quale atto spontaneo delle popolazioni meridionali e, perciò, dunque, prima dello stesso sbarco di Giuseppe Garibaldi dalla Sicilia in Calabria”.
Un piano richiamato nel dettaglio dal Prof. Lerra con documentati riferimenti alla solida ed attiva azione svolta in particolare dai patrioti lucani, che tra il 13 ed il 18 agosto del 1860 riuscirono a concretizzare varie manifestazioni antiborboniche e filounitarie in vari centri della provincia, per poi confluire il 18 agosto nel capoluogo Potenza, dove, dopo gli scontri susseguitisi, nel corso della giornata tra i patrioti e la guarnigione borbonica fu proclamata l’Unità d’Italia in nome di Vittorio Emanuele, re d’Italia, e di Giuseppe Garibaldi, dittatore delle due Sicilie.
Un’insurrezione, questa, dell’agosto 1860, ha tra l’altro sottolineato il Prof. Lerra, che concorre a meglio poter leggere i successivi, più noti, avvenimenti, dai risultati dei plebisciti di annessione alle elezioni per il primo Parlamento dell’Italia unita, che, a Torino, il 17 marzo del 1861, proclamò il Regno d’Italia e Vittorio Emanuele II re d’Italia, “per grazia di Dio e volontà della Nazione”.
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L’EREDITA’ DI FEDERICO II IN BASILICATA
L’UNILABOR, il 12 giugno 2020, ha vivamente partecipato con l’UCIIM ed un congruo numero di iscritti al Convegno storico:
L’EREDITA’ DI FEDERICO II IN BASILICATA
La Presidente Giuseppina Cervellino evidenzia l’antico fascino del tema “L’Eredità di Federico II”, figura discussa, come si evince dalle varie interpretazioni, verus imperator, secondo Papa Innocenzo III, luxuriosus, iracundus, secondo il contemporaneo Salimbene da Parma, ed ancora sovrano illuminato, secondo Voltaire ed anticristo secondo Nietzsche.
Per la sua vocazione a sottolineare il mondo femminile la Presidente storicizza la vita di Federico II all’ombra delle figure femminili, dalla madre Costanza di Altavilla, sposa di Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa a Costanza di Aragona di 25 anni, da lui sposata appena 14enne, vera sposa ed imperatrice, a Isabella di Brienne, erede al trono di Gerusalemme, matrimonio voluto dal papa per spingerlo alla crociata, madre di Corrado, a Isabella di Inghilterra, donna avvenente di cultura, matrimonio sostenuto da Pier delle Vigne, donna che muore a 27 anni, sepolta nella Cattedrale di Andria.
Non dettato da ragioni diplomatiche è il vero amore per Bianca Lancia, di famiglia piemontese caduta in miseria, donna a cui Federico dedica i versi “poi che ti piace amor”, la quale nell’antico castello di Venosa, dove ora sorge l’Istituto dei Padri Trinitari, dove sarebbe custodito il tesoro di Federico II, dà alla luce Manfredi. Traditur che Bianca, reclusa nel Castello di Gioia del Colle, sospettata di infedeltà, abbia tagliato i seni che avevano allattato il figlio Manfredi per mandarli all’imperatore. In verità Federico sposa Bianca in articulo mortis, in punto di morte, per legittimare il figlio prediletto Manfredi. Complessa è la figura di Federico, imperator defensor ecclesiae, definito da Dante ultima possanza della casa sveva, ma anche precursore del principe rinascimentale per il culto della scienze, del diritto e della logica, di cui sono conferma le scuole istituite a Melfi di diritto e di logica. Resta indiscusso, a nostro avviso, il giudizio di Federico come iniziatore dello stato laico moderno nella lotta ai privilegi nobiliari e nell’elevazione delle classi umili e la sintesi ideologica emerge dall’affermazione di Manfredi al fratello Corrado alla morte di Federico II:
“Cecidit sol mundi…, cecidit sol iustitiae, cecidit amor pacis”.
L’illustre relatore GIAMPAOLO D’ANDREA, studioso attento e rigoroso, con una ampia visione storica sottolinea la collaborazione con Damiano Fonseca, cultore del medioevo, e presenta la vita di Federico II, privato precocemente dell’affetto materno, principe in cerca di un trono usurpato, che conosce il trionfo imperiale e che vive un’esistenza consumata tra scienza e filosofia, tra matematica e letteratura, tra tradizione medievale e rinnovamento politico-giuridico. La madre si spegne in convento e Federico a soli quattro anni, pur affidato alla protezione del Papa Innocenzo III, è abbandonato a stesso, vivendo con la Palermo umile.
Parte da Messina sotto mentite spoglie con pochi compagni e, dopo una tappa breve dal Papa per ricevere appoggio e benedizione, procede a cavallo verso il Nord, affronta l’ostilità dei lombardi, sfugge ad un agguato e tra mille difficoltà si presenta sotto le mura della città di Costanza in festa per l’arrivo di Ottone.
Dopo la scomunica di Ottone la citta apre le porte con grande pompa a Federico in un crescendo di consensi dei guelfi e dei baroni che culminano nell’assunzione della corona imperiale nel 1215. Il grande condottiero, abile nelle arti cavalleresche, sottolinea D’Andrea, era raffinato ed avido di piaceri materiali, ma anche incline ai diletti dello spirito, alla conoscenza di greco, arabo, francese, tedesco con una singolare apertura interculturale verso il mondo arabo. In questa terra di Basilicata e di Puglia dalla difficile configurazione dei territori egli crea un assetto stabile, realizzando una rete di castelli dalla duplice funzione di presidi militari e di centri di cultura.
Questa terra pullula di castelli federiciani, da Castel del Monte al Castello di Lucera, di Lagopesole, al palatium regium con annessa scuderia di Palazzo San Gervasio, dove Federico coltivava la sua passione ornitologica, come conferma il testo classico De arte venandi cum avibus. Federico, cultore di scienze, fondava la prima Università di Napoli ed a Melfi gradiva discutere sui testi di Avicenna e di Averroè con Taddeo da Sessa e con Riccardo da Venosa e, cultore di diritto romano, che gli ispira le Costituzioni melfitane nel 1231, istituiva a Melfi una scuola di diritto e nel 1238 una scuola imperiale di logica. A Melfi tra gli interessi poetici, ispirati alla scuola siciliana, egli introduceva un concetto nuovo di cultura come fattore sociale, strumento del vivere civile e qui a Melfi fioriscono gli interessi giuridici con il Giudice Pietro, che tiene a Venosa un’accorsata scuola di diritto, e con il Giudice Riccardo da Venosa, autore di un giocoso poemetto De Paulino et Polla. La grande eredità è rappresentata dalle Costituzioni che hanno segnato l’origine laica dello stato che scardina l’anarchia, i privilegi, sostituisce i nobili con i giuristi ed eleva le classi umili.
L’iconografia privilegia l’immagine di Federico Imperator defensor ecclesiae, come conferma il simbolismo liturgico dalla mitra alla corona allo scettro gigliato, alla spada, al globo sormontato dalla croce ed ancora al fremito dell’aquila che rappresenta l’ascesa verso l’alto.
Certo l’imperatore, svevo di origine, ha il merito di aver creato un solido impero, ma Federico, italiano per nascita, meridionale per amore, ha gettato le premesse con le Costituzioni Melfitane di un’interpretazione laica, indiscutibile eredità dello stato moderno.
Nell’occasione sono premiati gli studenti del Liceo classico di Rionero, Giuseppe
Pio Grieco e Siria Tirico, vincitori del Concorso Nazionale “Legalità ed Etica nel
web”, distintisi al primo ed al terzo posto ed un’altra studentessa liceale Wanda
Savella con originale timbro musicale conclude il significativo Convegno.
L’incontro nasce da un progetto singolare che prevede un’ideale connessione che
valica i confini nazionali creando una sinergia di rete con il Rotary di Elbasan
(Albania) e l’Eparchia di Lungro. L’apertura verso l’Albania è scaturita da una lunga
tradizione di vicinanza con i Comuni albanesi della nostra terra, Maschito, Ginestra,
Barile, vicinanza sottolineata anche dalle significative parole del Premier Edi Rama.
In fondo l’Albania ha sempre suscitato un fascino antiquus et novus, storicizzata
come la Svizzera dei Balcani o il giardino roccioso del Sud Est, terra misteriosa con
un alone leggendario, cantata da vari poeti, da Shakespeare a Lord Byron, allo
scrittore dell’800 Gibbon, come precisa la Presidente Cervellino. L’Università delle
tre età di Rionero, presente nell’odierno meeting, organizza con il prof. Mazzeo da
tre anni corsi di cultura albanese perché non si spenga il substrato autentico di una
cultura primigenia che ha antiche matrici nei paesi del Vulture.
La serata è particolarmente interessante perché abbiamo il piacere di ospitare il
Rotary di Elbasan in collegamento dall’Albania con il P.A. Governator Fatbadh
Doko, con il Presidente Armando Shengjergji, e l’Eparchia di Lungro degli
italoalbanesi della Chiesa Bizantina cattolica in Italia di rito orientale, con il Vicario Gen.
Eparca Papas Pietro Lanza, oltre ai soci dei club di Melfi e dell’Unilabor ed UCIIM di Rionero.
Connessione con Elbasan-Albania per un confronto culturale
Interessante il confronto che ha messo in luce la comunanza con la cultura albanese
che conserva la sua specificità religiosa incentrata sul Cristo Pantacrator
Papas Lanza sottolinea il profondo misticismo religioso contemplativo rispetto alla
nostra tradizione ed evidenzia come la solennità liturgica non sia esteriore, ma
scaturita da una profonda radice religiosa, riflessa nella scenografia, che non è
apparente, ma autentica e sostanziale.
L’attività culturale si conclude dopo un bilancio particolarmente positivo.
ATTIVITA’ CORSUALE
A.A 2019-2020
La pandemia non ha consentito di completare i vari corsi posti in essere per cui si è
stabilito il rinvio al prossimo anno, data la non disponibilità dei partecipanti a corsi on line.
Sono state tenute lezioni di cultura albanese dal Prof. Donato Mazzeo che hanno
trovato il consenso dei paesi vicini in particolar modo Barile.
Sono stati portati a termine nell’anno 2019-20 sotto il coordinamento della Preside
Bozza i seguenti corsi: